Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto attuativo che istituisce il Bonus anziani da 850 euro. Il contributo sarà destinato agli anziani già titolari dell’indennità di accompagnamento.
La misura, valida per il biennio 2025-26, poggia le basi su alcune parole chiave: prestazione universale, cure integrate a casa, prevenzione. Ce ne sono molte altre, ma queste sono le più importanti. Si tratta, infatti, di una vasta architettura ancora in fase di realizzazione e il bonus anziani 850 euro è solo il primo tassello.
Andiamo subito a vedere a chi spetta, come funzione e quando arriva.
Cos’è il bonus anziani 850 euro
Via dal Consiglio dei Ministri ad un assegno di assistenza agli anziani, nella misura di 850 euro al mese che andrà a sommarsi all’indennità di accompagnamento.
Considerando che l’indennità di accompagnamento è pari a 531,76 euro, i beneficiari otterranno un totale di 1380 euro. Si tratta di quella già sentita nei mesi precedenti con il nome di prestazione universale.
Una delle novità più in vista del primo decreto attuati nell’ambito della riforma sull’assistenza degli anziani.
La misura prenderà il via dal 1° gennaio 2025, andando di fatto a rafforzare l’indennità di accompagnamento.
A chi spetta e requisiti
La misura spetta agli anziani, ma nel rispetto di precisi requisiti reddituali, anagrafici e sanitari. Il primo decreto attuativo della legge 33/2023, stabilisce che possono beneficiare del bonus 850 euro, gli anziani di età superiore a 80 anni e gravemente non autosufficienti. Inoltre, è necessario avere un indicatore Isee non superiore a 6000 euro annui.
Facendo qualche stima, il contributo spetta ad una potenziale platea di circa 25.000 anziani, di oltre 3,8 milioni di persone non autosufficienti. Numeri alla mano si tratta dello 0,6% degli anziani non autosufficienti ed il 2,3% degli anziani con più di 80 anni che percepiscono l’indennità di accompagnamento.
Proprio sulla platea e sui paletti forse un po’ rigidi si sono accesi i riflettori. La misura spetterebbe, infatti, solo a pochissimi anziani, considerando i requisiti reddituali, un po’ troppo limitanti.
A cosa serve e come funziona
La misura sarà sperimentata a partire dal 1° gennaio 2025 e fino al mese di dicembre 2026. Si tratta di due anni per un budget di 500 milioni di euro.
Il contributo può contare su 150 milioni di euro dal Fondo nazionale per le non autosufficienze e 250 milioni dal Programma nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027“. Inoltre, altri 100 milioni arrivano dalla Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
La misura mira a sostenere gli anziani, la cura e l’assistenza di una particolare categoria di cittadini molti fragili e, come già detto, gravemente non autosufficienti.
Il bonus anziani 850 euro è finalizzato al solo pagamento delle spese per l’assunzione di badanti o per le imprese che erogano servizi di assistenza.
Quando viene revocato
Per beneficiare dell’assegno, bisogna non solo prestare attenzione ai requisiti anagrafici, reddituali e sanitari, ma anche al tipo di utilizzo che si fa dei soldi.
Il bonus anziani 850 euro sarà revocato quando non viene speso, come previsto dalla normativa, per il pagamento del lavoro di cura e di assistenza all’anziano non autosufficiente da parte di badanti oppure per l’assistenza da imprese di servizi.
Ovviamente, verrà revocato solo l’assegno, mentre l’indennità di accompagnamento continuerà ad essere corrisposta.
Spostiamoci, infine, sul capitolo cumulabilità. La prestazione potrà essere cumulata solo con l’indennità di accompagnamento, ma non con assegni analoghi per contratti e servizi già previsti in alcune regioni. Come già detto, la misura partirà in via sperimentale nel 2025 e fino al 2026.
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