Il processo di eliminazione delle cartelle esattoriali rappresenta un’ancora di salvezza per i contribuenti che si trovano in ritardo con i pagamenti delle imposte, consentendo loro di aderire a un regime di regolarizzazione delle loro passività fiscali.
Condono cartelle esattoriali 2024, scadenza
Secondo le disposizioni del decreto, coloro che non hanno soddisfatto i termini di pagamento della prima o unica rata, della seconda o terza rata entro i tempi stabiliti possono mettere a posto la loro situazione effettuando un unico pagamento entro il 15 marzo 2024.
Anche per coloro che sono stati colpiti dalle disastrose inondazioni di maggio 2023, è prevista la possibilità di rientrare nel programma saldando le rate scadute entro la medesima scadenza del 15 marzo. Sono disponibili diverse opzioni di pagamento, progettate per adattarsi alle esigenze di ciascun contribuente, tra cui il servizio “Paga online”, i canali telematici delle banche e delle Poste Italiane, oltre alla possibilità di effettuare pagamenti fisici presso istituti bancari, uffici postali, ricevitorie, tabaccai e, su appuntamento, agli sportelli dell’Agenzia Entrate Riscossione.
È anche possibile attivare la domiciliazione bancaria (addebito diretto sul conto corrente). I bollettini di pagamento da utilizzare sono quelli allegati alla comunicazione di accettazione della richiesta di rottamazione delle cartelle. Se smarriti, è possibile scaricarli online dal sito dell’Agenzia Entrate Riscossione nella sezione dedicata alla definizione agevolata.
Condono cartelle esattoriali, cosa succede dopo il 15 marzo 2024?
Per coloro che dovessero mancare anche la nuova scadenza del 15 marzo 2024, tutto non è perduto. Infatti, potranno beneficiare di una finestra di tolleranza di cinque giorni (i cosiddetti “5 giorni di tolleranza della sanatoria delle cartelle”). Ciò significa che sarà possibile pagare entro il 20 marzo 2024 senza subire alcuna conseguenza. Tuttavia, per coloro che effettueranno il pagamento, i successivi versamenti seguiranno il piano di rateizzazione regolare scelto al momento della domanda.
Il problema sorge se il pagamento non viene effettuato nemmeno entro il 20 marzo. L’omissione del pagamento entro i termini stabiliti o l’esecuzione di un versamento parziale comporterà la perdita dei benefici previsti dalla rottamazione, trasformando ciò che è stato già pagato in un semplice acconto sul debito residuo. Questo significa che sul debito residuo dovranno essere corrisposte anche le somme che avrebbero potuto essere risparmiate con la definizione agevolata, come ad esempio gli interessi iscritti a ruolo, le sanzioni, gli interessi di mora e l’aggio. Pertanto, se da un lato la misura offre una via d’uscita per coloro che si trovano in difficoltà finanziarie, dall’altro richiede un atteggiamento responsabile e un’attenzione scrupolosa ai termini di pagamento al fine di non vanificare i potenziali benefici.