Il generale Roberto Vannacci sembra averci preso gusto e così, dopo “Il mondo al contrario“, eccolo alla presentazione del suo nuovo libro, Il coraggio vince, una biografia romanzata che presto arriverà sugli scaffali delle librerie. Mentre le ‘sirene’ della politica continuano a suonare in sua direzione, a quanto pare non soltanto dalla Lega di Matteo Salvini

Vannacci alla presentazione del suo nuovo libro: “Ancora indeciso se entrare in politica, ma l’esercito resterà una mia famiglia”

Forse non è un periodo storico particolarmente favorevole per il Roberto Vannacci generale dell’esercito, ma il Roberto Vannacci scrittore sprizza salute da tutti i pori.

La sospensione per 11 mesi dal servizio, per aver “compromesso il prestigio e la reputazione” della compagine militare con il suo primo libro, “Il mondo al contrario“, non sembra scalfirlo più di tanto quando si presenta, sorridente, alla presentazione del suo nuovo libro, Il coraggio vince. E ci mancherebbe, vista la folla di persone pronte ad accoglierlo, anche per strappargli un autografo sulla copia appena acquistata, in un hotel del quartiere Prati a Roma.

Tantissimi anche i cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Michele Lilla, che Vannacci ormai, data la fama mediatica di cui gode da diversi mesi, sa gestire come un politico di lungo corso. Ma non ditelo a lui, che ancora tergiversa e prende tempo quando gli viene chiesto – per l’ennesima volta – del suo ingresso nell’agone della ‘Cosa Pubblica’. Non ho ancora deciso è il suo leitmotiv da qualche mese a questa parte.

“Sto valutando l’aspetto professionale, per capire quali sono i requisiti e le caratteristiche richieste a una persona che si dedica alla politica. E poi sto valutando l’aspetto familiare, perché comporta un cambio totale della mia vita quindi è una decisione che prenderò insieme con la mia famiglia”.

Ma sarà vero? I presenti non sembrano molto convinti, e sembrano certi che, alla fine, Vannacci accetterà la proposta della Lega di Salvini di candidarsi alle Europee. O, forse, quella di qualche altro partito…

“La Lega ha fatto delle proposte, e non sono stati gli unici a farle… Io ringrazio sempre chiunque dimostri questa apertura, segno che mi viene riconosciuta qualche qualità, altrimenti non mi offrirebbero una posizione del genere”.

“Mussolini uno statista, perché la storia non ammette giudizi morali ma si basa sui fatti”

Il generale apprezza visibilmente la vita da scrittore – “Una cosa complementare, non alternativa, all’esercito, che resterà una mia famiglia” – e il ruolo da leader d’opinione che gli viene ormai riconosciuto.

E così, dopo quella sulla politica, l’immancabile domanda su Mussolini e sul suo eventuale giudizio sul suo operato, fatta anche per provare a coglierlo ‘in fallo’, magari con qualche frase o parola inappropriata.

Vannacci lo definisce “uno statista per motivi di opportunità politica (ancora…):

“Ho scelto la definizione che fosse la più neutra possibile e avevo in mente due opzioni: ‘uomo politico’ o ‘statista’. Però la prima conteneva la parola ‘politica’ che io cerco sempre di evitare e alla fine ho detto statista”.

Poi, pur premettendo che si dovrebbero leggere gli storici che hanno studiato Mussolini, piuttosto che chiedere una sua opinione, ecco che entra più nel dettaglio della sua definizione.

“Ho detto che Mussolini è uno statista perché la storia non ammette giudizi morali ma si basa sui fatti. Poi sono gli interpreti che devono giudicare, ma io non voglio giudicare la storia”.

Anche su Vladimir Putin, Vannacci prima dice di non voler fornire giudizi su uomini politici e poi lo definisce “un autocrate che guida uno Stato come meglio crede“. E sull’invasione russa in Ucraina, non va oltre la “risposta giuridica“:

“Il diritto internazionale prevede che un’invasione armata sia totalmente e giuridicamente sbagliata. Non esprimo giudizi”.

Infine, il generale chiude la chiacchierata con i giornalisti con un ricordo della sua esperienza a Mosca, “una città estremamente moderna, pulita e ordinata, dove ho vissuto bene per quasi due anni“.

Storace: “Vannacci in politica sarebbe richiamo per tanta gente che non vota più”

A fare da moderatore della presentazione c’è Francesco Storace, ex esponente politico di destra (dal MSI al Movimento Nazionale per la Sovranità, passando per Alleanza Nazionale) e giornalista.

Al generale Vannacci lo lega un “rapporto di stima” e dice di aver “divorato il suo libro perché racconta una bella vita, con tante belle storie da cui prendere insegnamenti“.

Anche a Storace viene chiesto un parere sull’eventuale ingresso in politica del generale, che lui vedrebbe con assoluto favore.

“A me piacerebbe molto che Vannacci si candidasse con la Lega. È una personalità importante e credo anche che il suo sarebbe un richiamo formidabile per tanta gente che non vota più“.

E, di certo, non rappresentano un ostacolo in questo senso le polemiche sulle frasi contenute nel primo libro di Vannacci su donne e omosessuali.

“Ho letto il primo libro del generale Vannacci e anche questo secondo, e tutto penso di lui meno che appartenga alla categoria degli ‘omofobi’. È semplicemente una persona che fa le sue valutazioni sugli orientamenti delle persone”.

La presentazione del nuovo libro del generale Vannacci, il coro dei lettori: “Sì, lo voterei”

Stando ai lettori presenti alla presentazione de “Il coraggio vince“, sembra proprio che Francesco Storace abbia ragione.

Tutti voterebbero il generale senza esitazioni, come una lettrice che gli darebbe il suo voto anche a prescindere dallo schieramento politico con cui, eventualmente, potrebbe decidere di presentarsi.

“Sì, sì, sì e sì. Con qualsiasi partito lo voterei. Io voto la persona, non voto il partito. Voto la persona, appunto, e basta”.

La pensa allo stesso modo un altro lettore, che dichiara di aver letto davvero il primo libro di Vannacci, al contrario di altri che, magari, lo hanno criticato senza averlo fatto.

“Lo voterei, certo, perché no? Speriamo che gli diano gli spazi che ora gli promettono e vedremo cosa sa fare. Comunque ha un carisma, ha un credito di autorevolezza che si è guadagnato sul campo”.

Il coro unanime di elogi respinge fermamente le critiche e le polemiche scatenate dal primo libro di Vannacci che, per una lettrice, “ha scritto quello che in molti pensano, però non abbiamo il coraggio di dirlo“. Mentre un’altra dice di non avervi trovato “niente di offensivo, di aggressivo o di grave“.