La vicenda Tornado Cash continua ad essere molto discussa in ambito crypto. Proprio da poche ore, infatti, Arbitrum DAO ha deciso di procedere alla rimozione di una proposta la quale mirava a finanziare le spese processuali degli sviluppatori del mixer di criptovalute.
La proposta, in particolare, mirava a stanziare quasi 1,3 milioni di dollari in token ARB dal wallet della community, in modo da aiutare Roman Storm e Alexey Pertsev, nelle spire del processo e al fine di dare vita ad una serie di iniziative messe in campo sotto forma di pubbliche relazioni e dare vita a iniziative relative alle tecnologie che si propongono la massima tutela della privacy. Iniziative rese necessarie dall’equiparazione tra esse e le attività criminali tese a sottrarre risorse al fisco o ripulire capitali sporchi.
Arbitrum DAO: cosa sta accadendo su Tornado Cash
A presentare la proposta in questione, era stato uno pseudonimo delegato, DK, il passato 7 di marzo. A ispirarne le mosse la volontà di favorire una robusta difesa legale per gli interessati, che ne avranno sicuramente bisogno alla luce delle accuse che devono fronteggiare.
È stato un portavoce di Arbitrum a rendere nota la rimozione della proposta, su proposta dello stesso autore. Se non ci sono dubbi in tal senso, non è invece chiara la ratio che ha spinto l’interessato a tornare indietro suoi propri passi. Chi ha provato a mettersi in contatto con DK, infatti, non ha è riuscito ad avere alcun genere di risposta.
Intanto, però la vicenda relativa al mixer di criptovalute letteralmente deflagrata nel mese di agosto del 2022, quando Alexey Pertsev fu fermato dalle forze di polizia nei Paesi Bassi, seguito un anno più tardi dall’arresto di Roman Storm, è tornata a far discutere molto la comunità crypto.
Le accuse mosse a Tornado Cash e ai suoi fondatori, tra i quali rimane latitante Roman Semenov, sono in effetti molto gravi. Secondo gli inquirenti, la piattaforma avrebbe riciclato più di un miliardo di dollari in fondi illeciti. Tra di essi anche quelli di Lazarus Group, una delle più famose organizzazioni di hacker. Oltre al riciclaggio di denaro, le accuse sono relative alla violazione delle sanzioni e alla gestione di un’attività tesa al trasferimento di risorse finanziarie, senza alcun genere di licenza.
Il Federal Bureau of Investigation è naturalmente ancora alla ricerca di Semenov, di cui si sono completamente perse le tracce. Per ora saranno quindi Storm e Pertsev ad affrontare la causa legale, con fortissimi rischi di una condanna di rilievo.
Qual è il problema di Tornado Cash?
Quella di Tornado Cash è una vicenda che fa capire come le tecnologie alla base delle criptovalute possano trasformarsi in uno strumento dell’economia criminale. Una discussione che, del resto, riguarda anche le cosiddette privacy coin, le criptovalute che si propongono di impedire il tracciamento delle risorse impiegate in una transazione online.
Coloro che si stanno impegnando nella difesa di Tornado Cash ritengono che la piattaforma rappresenta semplicemente uno strumento in grado di agevolare la trasmissione decentralizzata di denaro, senza occuparsi in via diretta del processo di trasferimento. Si tratta di un semplice software, che come tutti gli altri può essere utilizzato in un senso o nell’altro. Il discorso è quindi molto chiaro: il reato è compiuto da chi esegue il trasferimento, non certo da chi ha varato il programma.
Un discorso che diventa molto scivoloso, come dimostra la vera e propria crociata messa in campo dalle autorità preposte a combattere evasione fiscale e riciclaggio di soldi sporchi. Tale da coinvolgere anche tutti quegli sviluppatori i quali sono impegnati nella costruzione di dApps orientate alla massima riservatezza.
La paura che serpeggia nell’ambiente è ormai palpabile. Basti pensare che il passato 16 febbraio GoFundMe, una piattaforma di crowdfunding, ha deciso di cancellare una raccolta di fondi che aveva lo stesso intento della proposta su Arbitrum, la copertura delle spese legali di Storm e Pertsev.
Il motivo di questa decisione deriva dal fatto che sarebbero stati violati i termini di servizio. Una violazione la quale avrebbe potuto esporre l’azienda, i suoi dipendenti e gli utenti a danni di vario genere. In pratica, la piattaforma ha deciso di non esporsi ad eventuali rappresaglie da parte delle agenzie governative che si stanno occupando della questione Tornado Cash.