Certificato delle condizioni di svantaggio utile per presentare la domanda dell’Assegno di inclusione (Adi) 2024, a chi chiederlo? Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di Marina Elvira Calderone è recentemente tornato sulle modalità di accesso all’indennità che, dal 1° gennaio scorso, ha preso il posto del Reddito di cittadinanza.

Ammesse al nuovo assegno sono le famiglie al cui interno siano presenti minori, disabili o over 60 anni, oppure in condizioni di svantaggio o di partecipazione ai programmi di cura. Per questi ultimi due requisiti, che devono essere posseduti dai componenti prima di presentare la domanda dell’Assegno di inclusione, è necessaria la certificazione.

A tal proposito, dunque, il ministero del Lavoro ha risposto per chiarire quali sono i soggetti deputati a emettere certificazioni che possano essere accettati al fine di far passare la domanda della nuova indennità.

Certificato condizioni di svantaggio per la domanda di Assegno di inclusione (Adi) 2024: a chi chiederlo?

A chi chiedere il certificato sulle condizioni di svantaggio o di partecipazione a programmi di cura delle famiglie al fine di presentare domanda dell’Assegno di inclusione 2024? I chiarimenti arrivano direttamente dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di Marina Elvira Calderone che ha fornito un vademecum sul proprio portale istituzionale al fine di presentare una domanda completa e che possa avere tutti i requisiti richiesti per essere accolta.

Per la presa in carico e i certificati delle condizioni di svantaggio è necessario il riconoscimento da parte di amministrazioni pubbliche competenti. Il ministero del Lavoro elenca i Comuni, I servizi socio-assistenziali o sanitari, le strutture giudiziarie.

Come si presenta la domanda?

Nella pratica da presentare all’Inps per ottenere l’Assegno di inclusione bisogna immettere i dati e le informazioni inerenti sia al possesso delle condizioni di svantaggio che della presa in carico e inserimento nei progetti di assistenza e di cura. Inoltre, occorre specificare l’amministrazione pubblica che abbia provveduto a rilasciare il certificato di svantaggio, inserendo anche la data e il numero di protocollo del documento (qualora disponibile).

Nella domanda deve essere inserita anche la data di inizio del progetto di cura, nonché quella di fine del periodo di assistenza. Su questo punto bisogna prestare la massima attenzione. Infatti, il ministero del Lavoro avvisa che la data di chiusura del progetto di cura non può essere antecedente a quella di presentazione della domanda dell’Assegno di inclusione.

Certificato svantaggio domanda Assegno inclusione, dove reperire il decreto ministero Lavoro?

Tra le indicazioni sulla modalità di presentazione della domanda di Assegno di inclusione 2024, il ministero del Lavoro chiarisce che, se dovesse mancare il documento rilasciato da una PA, è necessario chiederlo preventivamente.

Ci si rivolge prima, dunque, all’ente pubblico per ottenere il certificato di assistenza e di cura e poi all’Inps per la domanda del nuovo Reddito di cittadinanza. Il certificato è peraltro previsto dall’allegato A alle linee di indirizzo sulla presa in carico e sul programma personalizzato al quale sono sottoposti i richiedenti l’indennità, in relazione a quanto prevede il decreto ministeriale del 29 dicembre scorso, reperibile al seguente indirizzo.

Adi 2024, quali prese in carico di assistenza e cura vanno bene?

Infine, nei chiarimenti forniti dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nelle ultime ore in merito alla domanda di Assegno di inclusione per i soggetti svantaggiati, si ravvisa la necessità che il richiedente sia inserito in programmi di assistenza e di cura e non di situazioni per le quali il sostegno consista in erogazioni meramente economiche o attività di presa in carico che non abbiano al loro interno specifici servizi.

Pertanto, è necessario scindere quelle attività e prese in carico che non consentano di ricevere l’Assegno di inclusione perché differenti dai programmi di cura. A tal proposito, il ministero del Lavoro avvisa che detti programmi che eventualmente erano considerati validi per richiedere il Reddito di cittadinanza, non necessariamente vanno bene ai fini della richiesta dell’Assegno di inclusione.