Per attenuare il problema della carenza di medici soprattutto nei piccoli ospedali la Regione Toscana vara un’iniziativa, per ora unica in Italia. Adeguata valorizzazione economica, formazione e professionalizzazione vengono offerte ai giovani medici che vogliono lavorare nel sistema sanitario pubblico rendendosi disponibili a lavorare in ospedali delle aree periferiche, fuori dai grandi centri urbani, e nelle isole toscane. E’ questo il cuore del progetto sperimentale, unico nel suo genere a livello nazionale, che sarà attuato per attrarre giovani professionisti.
La Regione Toscana risponde con alcuni concorsi circoscritti ad alcuni presidi ospedalieri del territorio toscano trasformando queste strutture in una porta d’accesso prioritaria per la professionalizzazione, la formazione ed anche con vantaggi economici. I bandi, che usciranno nelle prossime settimane, prevederanno l’assunzione a tempo indeterminato come dirigente medico. “Non vogliamo rinunciare alla sanità pubblica e universalistica: anzi, la vogliamo rafforzare – dice il presidente della Toscana, Eugenio Giani -.Una sanità pubblica che funziona e capace di rispondere ai bisogni dei cittadini ha bisogno di eccellenze e allo stesso tempo servizi diffusi. Per farlo investiremo sulla sanità territoriale e le case di comunità, ma abbiamo bisogno anche di medici negli ospedali lontani dai grandi centri o nelle isole”.
Percorsi agevolati per chi vuole lavorare nelle periferie e nelle isole
“Da sempre in Toscana rispondiamo alle criticità con l’innovazione. L’abbiamo fatto anche questa volta lanciando una sperimentazione rivolta ai territori periferici – commenta l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – I dati ci dicono che ci sono delle evidenze tra la bassa attrattività di alcune strutture e le caratteristiche del territorio. Con questa iniziativa vogliamo provare ad invertire questa tendenza”.
Il giovane medico verrà assegnato per tre anni alla struttura delle aree periferiche o insulari, dopodiché sceglierà se proseguire un quella sede il servizio per altri due anni oppure scegliere di essere assegnato ad un altro dei presidi ospedalieri più centrali della Asl di riferimento. Se la ricetta toscana si rivelerà valida potrebbe essere estesa a Italia.
Stefano Bisi