Quanto costa vivere in Turchia per un pensionato italiano nel 2024? Un numero sempre più elevato di nostri connazionali ha deciso di abbandonare l’Italia per godersi la pensione all’estero.
Una scelta difficile e drastica, spesso determinata dalle difficoltà economiche in relazione al caro vita. In tanti e troppi casi quanto percepito come assegno pensionistico non è sufficiente per affrontare le normali spese quotidiane.
I costi sono in aumento per l’inflazione e il prezzo dei generi alimentari risente delle difficoltà su trasporti e cambiamenti climatici. A ciò si aggiunge anche il regime fiscale che in tanti casi toglie una significativa fetta della pensione.
Tra le tante mete estere, nell’ultimo periodo sta acquistando maggior interesse la Turchia. Qui il costo della vita è decisamente più accessibile rispetto all’Italia, ma ciò che spinge gli stranieri al trasferimento in questa nazione sono soprattutto le agevolazioni fiscali sulla pensione.
Abbandonare il proprio Paese è senza dubbio una scelta complicata, soprattutto se compiuta in età non giovanile. Possono mancare le abitudini e servizi italiani, oltre ad amicizie e parenti.
Ecco perché prima della decisione è bene capire al meglio quanto costi vivere in Turchia oggi.
Quanto costa vivere in Turchia per un pensionato italiano nel 2024: i prezzi dei prodotti quotidiani
Al pari di ogni nazione abbastanza estesa anche in Turchia ci sono zone più economiche di altre.
Le grandi e più sviluppate città, prima fra tutte Istanbul, hanno ritmi e prezzi simili alle metropoli italiane. Ma se ci si concentra su città meno popolose il costo della vita è sicuramente più basso della media europea.
Ecco alcuni esempi. Un litro di latte viene venduto a 75 centesimi. Un chilogrammo di pane a 1,20 euro. Un caffè 80 centesimi.
La carne grossomodo costa almeno il 30% in meno dell’Italia.
La consumazione di un pasto completo per due persone ad un ristorante può costare all’incirca 25 euro. Il tradizionale kebab è venduto a 4 euro.
Tra i prodotti ortofrutticoli più convenienti troviamo patate, mele e cipolle, vendute rispettivamente a 55, 80 e 35 centesimi di euro per un chilogrammo di merce.
Un pacchetto di sigarette arriva al massimo ad 2 euro, mentre un litro di benzina viene venduto a meno di 1,20 euro.
Un ticket di corsa singola per i mezzi pubblici costa appena 50 centesimi, ma l’abbonamento mensile può superare 30 euro.
Quanto costa affittare un appartamento in Turchia
È facile trovare occasioni nel mercato immobiliare turco. Considerando le zone più economiche del Paese gli appartamenti vengono venduti ad un prezzo variabile tra i 1.000 e 1.700 euro al metro quadro.
Allo stesso modo anche la richiesta per gli affitti è inferiore a quanto si trova in Italia. Il contatto di locazione mensile per un alloggio bilocale in centro città può arrivare a 500 euro, ma lo stesso appartamento in zona più periferica ha un costo di 350 euro.
Un risparmio ancor più marcato deriva dalle bollette. Tutte le utenze basilari, ovvero gas, luce e acqua, pesano mensilmente con una cifra di circa 55 euro. Va poi considerato il basso consumo per il riscaldamento poiché l’inverno non è generalmente rigido.
Il regime fiscale per le pensioni
La Turchia possiede un regolamento fiscale molto vantaggioso per i pensionati. Gli accordi con l’Italia garantiscono innanzitutto che la pensione non sia soggetta ad una duplice tassazione.
L’assegno arriverà perciò al lordo e il soggetto dovrà pagare le imposte, pari ad un forfettario del 20%, secondo il regime turco. Le agevolazioni sono poi più rilevanti per gli ex dipendenti statali pubblici.
Per rientrare nel regime fiscale turco è indispensabile trasferire la propria residenza, essere iscritto all’elenco AIRE degli italiani all’estero, tramite adeguata procedura e dimostrare di risiedere in Turchia per almeno 183 giorni nell’arco di un anno.
“Le agevolazioni sono poi più rilevanti per gli ex dipendenti statali pubblici.”
Che significa?