Oggi, 14 marzo 2024, si celebra la Giornata Mondiale del Rene. Istituita per sensibilizzare la popolazione internazionale sull’importanza di questi organi, la ricorrenza accende i riflettori sulle malattie che inizialmente si presentano in modo silenzioso e senza sintomi. È questo il motivo per cui, spesso e volentieri, non ci si accorge di quello che sta accadendo. Ci sono però comportamenti e misure preventive che si possono mettere in atto. Ne abbiamo parlato con il dottor Massimo Morosetti, presidente della Fondazione Italiana del Rene.
Giornata Mondiale del Rene 2024, Morosetti: “All’inizio le malattie sono asintomatiche”
La Giornata Mondiale del Rene 2024 serve, in primo luogo, a creare maggiore consapevolezza in Italia e nel mondo. Consapevolezza che riguarda le attività preventive, i fattori di rischio, il modo di affrontare le malattie e, ultima ma non per importanza, la questione dei trapianti.
Non solo in questo giorno speciale, ma anche in tutto il resto dell’anno, la Fondazione Italiana del Rene (FIR) si fa promotrice di diverse iniziative volte proprio a sensibilizzare la popolazione su questo organo importantissimo che svolge funzioni vitali per il nostro organismo.
Noi di Tag24.it oggi, 14 marzo, abbiamo intervistato il presidente di FIR, il nefrologo Massimo Morosetti.
D: Quali sono i segnali d’allarme che possono indicare eventuali problemi ai reni?
R: Il punto principale è che, nella maggior parte dei casi, la malattia renale cronica è totalmente asintomatica. Una persona quindi solitamente all’inizio non si accorge di avere un problema. Per rendersene conto bisogna fare due semplici esami: quello del sangue per la creatinina e quello delle urine.
Molto spesso l’unico sintomo è la pressione un po’ alta. Poiché però buona parte della popolazione italiana ha la pressione alta, non tutti si controllano. Quindi spesso passa inosservata questa fase iniziale di malattia renale. Poi i pazienti se ne accorgono quando è ad uno stato ormai avanzato.
È un peccato perché, mentre nelle situazioni iniziali è possibile impostare una terapia con ottimi risultati, in quelle più avanzate rischiamo di non avere troppe armi per combattere il problema.
D: Chi sono i soggetti più a rischio?
R: I pazienti ipertesi, i diabetici, le persone sovrappeso, quelli che hanno familiarità con malattie renali. Questi sono i più predisposti ma in realtà non ci sono fattori noti per cui si sviluppa una malattia renale cronica. Dal momento che poi, come abbiamo detto, è inizialmente asintomatica, è necessario sottoporsi ad esami periodici.
Nel caso si ottengano degli esiti non “normali”, bisogna rivolgersi al nefrologo e valutare con il professionista che cosa fare.
Noi vediamo ancora oggi arrivare in Pronto soccorso persone che stanno male e sono in una fase terminale, cioè in una fase in cui i reni non funzionano più.
Solitamente ci vogliono anni prima di arrivare ad un quadro generale di malattia renale. Prima ci si accorge di questa situazione, prima è possibile agire e con maggior efficacia.
I problemi più diffusi e le 8 regole d’oro
D: Quali sono le malattie più diffuse?
R: In primo luogo dobbiamo dire che normalmente i reni vengono coinvolti in corso di diabete e di ipertensione. Poi ci sono malattie autoimmuni legate al deposito di anticorpi in questi organi.
A seguire troviamo altri problemi come le infezioni e le malattie congenite che sono più rare ma tuttavia costituiscono un discreto gruppo.
D: Quali sono i comportamenti da adottare nella prevenzione di queste malattie?
R: Noi di Fondazione Italiana del Rene abbiamo stilato le 8 regole d’oro generali per la prevenzione. Bisogna mantenersi attivi e fare attività fisica, controllare periodicamente il livello di zuccheri nel sangue, controllare la pressione.
E poi ancora seguire una dieta equilibrata, avere il giusto apporto di liquidi (vale soprattutto per gli anziani che bevono poco), non fumare, assumere farmaci solo sotto controllo medico.
Infine bisogna tenere sotto controllo la funzione renale, soprattutto se si è soggetti con familiarità.
Morosetti, il presidente di FIR: “Servono più donazioni”
D: Passiamo ora al capitolo donazioni. Qual è la situazione oggi?
R: Oggi il trapianto è la terapia migliore da seguire quando i reni non funzionano più. Noi facciamo la dialisi, che è una buona cosa. Questa permette al paziente di vivere bene. Al momento però noi miriamo a fare il trapianto.
La donazione può avvenire o da un donatore cadavere o da un donatore vivente. Per quanto riguarda il primo, dobbiamo dire che non ci sono molti casi. Ciò avviene sia perché spesso non ci sono le condizioni, sia perché i donatori sono pochi.
Ci sono poche disponibilità. Di frequente i parenti del paziente deceduto non danno l’autorizzazione. Oppure può essere stata anche la persona, quando era in vita, ad aver negato il consenso alla donazione di organi.
Un paziente quindi a volte deve aspettare per molto tempo prima di ricevere un nuovo rene, addirittura anni.
Se c’è invece un familiare in condizione di donare un rene, questa è la scelta migliore. I trapianti da donatore vivente funzionano di più e si possono fare rapidamente. Noi ovviamente facciamo tutti gli accertamenti e le analisi del caso prima di procedere con l’operazione.
Una volta che abbiamo capito che si può fare, sappiamo che il donatore non avrà alcun problema a seguito della donazione di un rene. Prima di togliere l’organo infatti noi facciamo esami molto specifici e molto approfonditi.
Dunque c’è la massima sicurezza per il donatore da un lato e dall’altro una rapida soluzione per il ricevente, che ottiene un rene in ottime condizioni e compatibile.
D: Quali iniziative mettete in campo voi di FIR?
R: Il nostro lavoro di tutto quanto l’anno mira alla prevenzione della malattia e all’informazione sulla diagnosi precoce. È importante informare la popolazione tanto sulla prevenzione quanto sulle donazioni. Poi forniamo assistenza specifica personalizzata appai pazienti con malattie renali.
Abbiamo un forum sul nostro sito dove i pazienti possono fare domande e un nefrologo risponde in tempi rapidissimi. Abbiamo un’app con cui ognuno può monitorare la propria funzione renale. Facciamo infine eventi locali tutto l’anno per informare la popolazione nelle varie piazze d’Italia.