Ben presto si potrebbe verificare una crisi di liquidità sul lato della vendita di Bitcoin. Ad affermarlo è Ki Young Ju, fondatore e CEO della piattaforma di analisi on-chain CryptoQuant, il quale pronostica questo evento entro sei mesi. Alla base del suo pronostico c’è il ritmo degli afflussi istituzionali, nel caso in cui proseguissero con l’andatura odierna.
Per capire meglio, occorre sottolineare come, secondo gli operatori del settore, l’allocazione in BTC da parte degli investitori istituzionali abbia appena avuto inizio. Gli ETF spot dedicati all’icona crypto già detengono circa 30 miliardi di dollari, un dato tale da farne il lancio accolto da maggior successo nella storia della finanza. Nonostante ciò, potrebbe essere soltanto l’antipasto.
Presto non ci saranno più Bitcoin in grado di soddisfare la domanda
Entro i prossimi sei mesi, quindi intorno a settembre, si potrebbe verificare una crisi dell’offerta di Bitcoin. Ove la tendenza instaurata dagli ETF spot proseguisse coi ritmi odierni, verrebbe a mancare proprio la materia prima su cui investire.
La conseguenza di questa tendenza è abbastanza prevedibile e ci ha pensato lo stesso Ki Young Ju a ricordarla: “I ribassisti non potranno vincere questa partita finché non si fermerà l’afflusso di ETF spot su Bitcoin”.
In base ai dati disponibili, nel corso di questa settimana i fondi avrebbero rastrellato oltre 30mila token. Al momento ci sarebbero circa tre milioni di BTC nei portafogli elettronici di minatori e scambi di criptovaluta. A fronte di questi dati non è azzardato pensare ad un vero e proprio shock dei prezzi. A indurlo sarebbe proprio la dinamica dell’offerta.
Grayscale va in controtendenza
I dati relativi alla detenzione di token da parte di exchange e miners sembrano non lasciare dubbi: entro un semestre si verificherà una vera e propria crisi di liquidità sul lato della vendita.
Nel quadro che si va prefigurando, è comunque da sottolineare il comportamento in controtendenza di Grayscale Bitcoin Trust (GBTC), che sta vendendo non meno di mezzo miliardo di dollari di Bitcoin ogni 24 ore. Tutto ciò senza che il valore in dollari detenuto dal fondo sia diminuito in alcun modo. A renderlo possibile proprio il continuo rialzo della quotazione della regina crypto. A rilevarlo è stato un popolare opinionista del settore, WhalePanda, in un post pubblicato su X.
Naturalmente, quanto sta accadendo spinge molti a chiedersi quali saranno le conseguenze sul prezzo di BTC. A partire proprio dal fondatore di CryptoQuant, secondo il quale potrebbero essere ancora più rilevanti di quanto si pensa al momento. Le sue parole in tal senso sono abbastanza chiare: “Una volta sopraggiunta la crisi di liquidità sul lato vendita, il prossimo top ciclico potrebbe superare le nostre aspettative, a causa della limitata liquidità e dell’esiguità dell’order book”.
La previsione di AllianceBernstein
Proprio per quanto riguarda le previsioni, è da rilevare l’ultima arrivata in ordine temporale. Si tratta di quella formulata dagli analisti della società di investimento globale AllianceBernstein all’interno di una nota emessa nella giornata di lunedì.
Al suo interno l’azienda ha affermato che l’enorme volume di liquidità il quale continua ad affluire negli ETF spot appena approvati, è la migliore garanzia sulla crescita del prezzo di BTC. Tanto da spingere gli stessi analisti ad affermare che la previsione sul conseguimento dei 150mila dollari entro il 2025 potrebbe verificarsi più facilmente del previsto.
“Siamo ancora agli inizi dell’integrazione di Bitcoin nei portafogli di asset tradizionali”: questo il commento di Gautam Chhugani e Mahika Sapra su quanto sta accadendo. Per poi proseguire in questo modo: “Abbiamo stimato afflussi di 10 miliardi di dollari per il 2024 e altri 60 miliardi di dollari per il 2025. Negli ultimi 40 giorni di negoziazione dal lancio dell’ETF avvenuto il 10 gennaio, gli afflussi di ETF Bitcoin hanno già superato i 9,5 miliardi di dollari.”
C’è poi un altro dato da mettere in rilievo: Bernstein ha continuato sostenendo che i fondi di investimento pensionistici, le banche private e i tradizionali pool di capitale, come i titoli sovrani, non hanno ancora esposizione negli ETF. Quando decideranno di sfruttare questo strumento, il prezzo di BTC ne trarrà ulteriore giovamento.