Fuoco amico in Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni si ritrova il suo fedelissimo Crosetto e il Guardasigilli Nordio, in posizioni contrastanti sul caso Dossier, un vero e proprio database creato ad hoc illecitamente per cui è indagato il luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano che avrebbe iniziato a fare ‘accessi’ sul server di Via Giulia, già nell’estate del 2021, su politici, vip e imprenditori.
A irritare la premier sarebbe stata la proposta di Carlo Nordio, subito sostenuto dalla Lega e appoggiata dal ministro della Difesa Crosetto, FdI, di istituire una commissione d’Inchiesta apposita sul ‘dossieraggio’, una soluzione che potrebbe determinare un nuovo scontro con la magistratura per la Presidente del Consiglio che sta guardando alle prossime tornate elettorali e non può permettersi ulteriori nemici.
Dossieraggio, Meloni: “Con Nordio abbiamo parlato tre giorni fa”
La leader di fratelli d’Italia prova a smentire le indiscrezioni sugli screzi con il suo Guardasigilli, anche se pare non abbia gradito la proposta tanto caldeggiata alla Lega:
“Con Nordio abbiamo fatto una riunione tre giorni fa, al termine del Consiglio dei ministri, sulla riforma della giustizia e sugli altri temi. Abbiamo parlato di tutto”.
Nordio: “Nessuna distanza con Meloni”. Il Guardasigilli audito in Commissione Antimafia
Il ministro Carlo Nordio evita di mettere in piazza la distanza che c’è sul ‘caso dossier’ con la propria leader e lasciando il convegno alla Camera sulla riforma fiscale, andato in scena oggi, mercoledì 13 marzo 2024, riguardo le voci di una distanza con la premier Giorgia Meloni sul tema della giustizia, dice:
“Figurarsi se c’è una distanza. Nessuna distanza…”
Ma nel frattempo arriva la notizia che il Guardasigilli, insieme al ministro per la Difesa, Guido Crosetto, autore dell’esposto che ha scoperchiato il vaso di pandora sul dossieraggio, sarà audito proprio dalla Commissione Antimafia, nei prossimi giorni. Mentre il procuratore Cafiero De Raho, non verrà sentito, al centro delle polemiche, perché i presidenti delle Camere hanno manifestato l’impossibilità di audire un componente della stessa bicamerale e attualmente il deputato M5S è vicepresidente dell’Antimafia.
Renzi (IV): “Meloni non vuole la verità”
La soluzione per il momento per Giorgia Meloni è nella commissione presieduta da una fedelissima come Chiara Colosimo, e mentre la Lega resta nel perimetro governativo nonostante siano proprio i membri del Carroccio i più spiati nel dossier, Italia Viva continua a insistere per istituire una commissione apposita.
Sul caso dossier è intervenuto anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, già crucciato per il no improvviso del Ministro Nordio alla kermesse leopoldiana:
Giorgia Meloni ha smentito Crosetto e Nordio e ha rifiutato la loro idea di fare una commissione di inchiesta su Dossieropoli. Giorgia non vuole la verità, si limita a qualche audizione in commissione antimafia (e che c’azzecca la Mafia con gli accessi abusivi ai database dei politici?) e smentisce i due ministri di Fratelli d’Italia. Su queste vicende Meloni è molto timida, chissà perché.
L’incauta uscita di Nordio su una nuova commissione avrebbe irritato la premier e proprio per evitare nuove frasi fuori copione, secondo fonti di opposizione, sarebbe arrivato il no che ha bloccato la sua partecipazione alla kermesse renziana.