È stato ucciso in un agguato nei pressi di un parcheggio del quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio nella prima serata di ieri, 12 marzo: ecco chi era Salvatore Coppola e perché è stato preso di mira. Originario della zona, vi era da poco tornato dopo essere stato destinato a una località protetta per essersi pentito ed aver rivelato delle informazioni di carattere mafioso agli inquirenti. Il suo caso segue di qualche settimana quello di Pasquale Pinto, che nello stesso paese si è tolto la vita dopo aver ucciso la moglie ed essersi barricato in casa.

Chi era Salvatore Coppola, l’ingegnere ucciso a San Giovanni a Teduccio

Classe 1958, Salvatore Coppola lavorava come ingegnere ma ai più era noto per il suo passato criminale: dopo essere stato legato per anni al clan Mazzarella, era finito in carcere e aveva deciso di collaborare con la giustizia, rivelando agli inquirenti informazioni molto utili sulla rete che, tramite il paradigma della concussione, coinvolgeva dipendenti pubblici, periti, imprenditori e malavita negli ambienti del settore immobiliare di Napoli Est.

Nella prima serata di ieri, 12 marzo, si trovava nei pressi del parcheggio del supermercato Decò di San Giovanni a Teduccio, suo paese d’origine, quando, all’improvviso, è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco al volto, morendo. Il suo assassino o i suoi assassini non sono ancora stati rintracciati, ma si pensa che possano appartenere a uno dei clan che da anni si contendono il controllo delle attività illecite del territorio, a partire dallo spaccio di droga, e che potrebbero aver deciso di regolare i conti con l’ex pentito.

Sembra che fosse tornato a San Giovanni dopo essere stato destinato a una località protetta. Del suo caso si stanno occupando gli agenti della Squadra mobile locale. L’obiettivo è ricostruire perché sia stato preso di mira e da chi e come si sia consumato l’agguato, avvenuto alla stessa ora di quello che a Giugliano in Campania, a una ventina di chilometri di distanza, ha coinvolto il 30enne Gennaro Giappone, per tutti “Genny”.

L’uomo, con precedenti per droga, è stato avvicinato e colpito con un’arma da fuoco nei pressi di un’attività di noleggio in cui si era recato per chiarire delle vicende personali. Immediatamente soccorso, è riuscito a salvarsi. Ora è caccia ai suoi assassini.

L’omicidio-suicidio di San Giovanni a Teduccio

Lo scorso febbraio, sempre a San Giovanni a Teduccio, un uomo di 54 anni aveva ucciso a coltellate la moglie 48enne Ewa Kaminska, di origini polacche, togliendosi a sua volta la vita dopo essersi barricato in casa e aver sparato dei colpi di pistola in strada.

Pasquale Pinto, questo il suo nome, era caduto in depressione dopo aver perso il suo lavoro come guardia giurata in seguito alla chiusura dell’istituto di vigilanza per cui operava. Nonostante i suoi problemi non aveva mai dato segni di pericolosità. Poi, un mese fa, la tragedia.

Dopo essersi affacciato dal balcone, aveva confessato l’omicidio della moglie e, dando di matto, aveva iniziato a sparare. Alcuni passanti si erano messi in contatto con le forze dell’ordine: al loro arrivo l’uomo si era rinchiuso nell’abitazione di famiglia e si era ucciso.

Quando i poliziotti erano riusciti ad entrare, il suo corpo giaceva senza vita accanto a quello della moglie. Si erano conosciuti molti anni prima e avevano avuto tre figli, tutti assenti al momento dei fatti. Il suo gesto aveva lasciato esterrefatta la comunità locale, sempre più in balia di episodi violenti.