Contrastare l’inflazione è un mantra attuale e lasciare inerte il proprio denaro sul conto corrente non è considerato una scelta saggia, secondo gli esperti. Allora, qual è l’approccio migliore per evitare rischi? Una soluzione potrebbe essere l’investimento in un buono fruttifero postale, garantito dallo Stato, emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti e commercializzato da Poste Italiane.
Attualmente, esistono diverse tipologie di titoli, molte delle quali sono sottoscrivibili solo in determinate condizioni. I “Soluzione Eredità”, ad esempio, sono destinati ai beneficiari di un procedimento concluso presso le Poste che desiderano investire denaro per un periodo fino a 4 anni, godendo di rendimenti certi all’atto della scadenza, che possono arrivare al 3,25%.
D’altra parte, i titoli “Rinnova” sono dedicati a coloro che rimborsano uno o più titoli scaduti, purché il rimborso avvenga a partire dal 20 settembre 2022 e entro il periodo di collocamento che sarà annunciato sulla Gazzetta Ufficiale. Inoltre, tutti possono optare per il buono fruttifero postale ordinario della durata di venti anni, ma quali vantaggi offre?
Quanto vale un Buono Fruttifero Postale Ordinario dopo 20 anni?
Il buono fruttifero postale ordinario di Poste Italiane presenta una durata massima di 20 anni, contraddicendosi con la sua versione precedente che durava 30 anni; ci sono, tuttavia, ancora molti titoli emessi in passato che possono essere riscossi. Dopo la scadenza, i titolari hanno un periodo di dieci anni prima che intervenga la prescrizione, privandoli del diritto alla restituzione del capitale e degli interessi maturati.
Una differenza significativa tra i buoni attuali e quelli del passato riguarda la percezione degli interessi. In passato, gli interessi maturavano fino al 31 dicembre dell’anno solare di scadenza del titolo, mentre ora cessano di fruttificare esattamente al termine del ventesimo anno.
Il termine ventennale dei buoni ha inizio dalla serie A1, datata precisamente dal 28 dicembre 2000. Precedentemente al 27 dicembre 2000, invece, la durata era trentennale, concludendosi con la serie Z.
Per quanto riguarda gli interessi, i buoni fruttiferi postali ordinari attuali rendono meno rispetto al passato. Prima, al momento del rimborso, si poteva realizzare un piccolo sogno, ma ora a malapena si riesce a contrastare l’inflazione, poiché quest’ultima è a due cifre, mentre il tasso del buono fruttifero postale è a una cifra, al lordo.
Tabella rendimento anno per anno
Periodo di possesso | Rendimento effettivo annuo lordo alla fine di ciascun periodo di possesso | Periodo di possesso | Rendimento effettivo annuo lordo alla fine di ciascun periodo di possesso |
---|---|---|---|
alla fine del 1°anno | 0,50% | nell’11° anno | 1,70% |
nel 2°anno | 0,50% | nel 12° anno | 1,77% |
nel 3°anno | 0,67% | nel 13° anno | 1,90% |
nel 4°anno | 0,87% | nel 14° anno | 2,01% |
nel 5°anno | 1,00% | nel 15° anno | 2,11% |
nel 6°anno | 1,12% | nel 16° anno | 2,23% |
nel 7°anno | 1,25% | nel 17° anno | 2,36% |
nel 8°anno | 1,40% | nel 18° anno | 2,48% |
nel 9°anno | 1,53% | nel 19° anno | 2,61% |
nel 10°anno | 1,62% | nel 20° anno | 2,75% |