È accusato di aver ucciso e di aver dato in pasto ai maiali l’imprenditrice 42enne Maria Chindamo, scomparsa il 6 maggio del 2016 e mai ritrovata: ecco chi è Salvatore Ascone. Cinquantasette anni, fedele al clan Mancuso, da domani, 14 marzo, l’uomo andrà a processo davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Catanzaro con l’accusa di concorso in omicidio.

Chi è Salvatore Ascone, accusato di aver ucciso Maria Chindamo nel 2016

Ascone era stato arrestato lo scorso settembre nell’ambito dell’indagine “Maestrale 2” per l’omicidio, in concorso con altre due persone (una deceduta e l’altra minore all’epoca dei fatti), dell’imprenditrice Maria Chindamo, scomparsa nel nulla il 6 maggio del 2016.

Stando a quanto ricostruito dalla Dda di Catanzaro, che si è occupata del caso, l’avrebbe rapita e uccisa per poi darla in pasto ai maiali per impedirle “di vivere la propria libertà” e cioè di frequentare l’uomo con cui aveva intrapreso una relazione dopo il suicidio del marito Ferdinando Puntoriero, risalente al 2015.

Non è tutto: Ascone avrebbe anche avuto interesse nell’assicurare al clan Mancuso del Vibonese il controllo dei terreni di proprietà dell’azienda agricola che la donna, sempre dopo la morte del coniuge, aveva acquisito in località Montalto.

Proprio davanti a quei terreni, nel maggio del 2016, la 42enne scomparve nel nulla. Ad accorgersene fu un operaio, che a sua volta avvisò il fratello Vincenzo: la macchina che l’imprenditrice guidava si trovava, ancora accesa, davanti al cancello dell’azienda agricola, ma di lei non c’erano tracce.

Accanto allo sportello erano stati rinvenuti sangue e capelli: segni che lasciavano intendere che la donna fosse stata aggredita e rapita. A raccontare la verità è stato, dopo tanti anni dai fatti, il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, ex rampollo dell’omonima famiglia ‘ndranghetista.

La ricostruzione dell’omicidio dell’imprenditrice

Interrogato dagli inquirenti, l’uomo ha riferito di essere venuto a conoscenza dei dettagli dell’omicidio della 42enne (in particolare del fatto che il suo corpo fosse stato dato in pasto ai maiali) da Rocco Ascone, il figlio di Salvatore.

Stando alle ultime notizie, riportate dal Corriere della Calabria, il ragazzo avrebbe anche aiutato il padre a disattivare il sistema di videosorveglianza installato presso la sua proprietà, confinante a quella di Chindamo, affinché potesse agire indisturbato, con la sicurezza di non essere ripreso, mentre la rapiva prima di ucciderla.

Al via il processo nei confronti di Ascone

Da domani, 14 marzo, Salvatore Ascone finirà a processo davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Catanzaro con l’accusa di concorso in omicidio. I familiari della vittima si aspettano che il suo caso ottenga la giustizia che merita.

Ne parlerà questa sera la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che tornerà anche sulle storie di Marzia Capezzuti e Antonella Di Massa. La prima fu uccisa a Pontecagnano Faiano, nel Salernitano, dai familiari del suo ex fidanzato – che presto finiranno a processo – dopo essere stata seviziata per anni e privata della pensione di invalidità che le spettava in quanto affetta da un “disturbo della condotta in ritardo mentale di media gravità”.

La seconda è stata trovata morta da due inviati del programma condotto da Federica Sciarelli impegnati in delle riprese dieci giorni dopo essere scomparsa sull’isola di Ischia. Il 17 febbraio si era allontanata da casa a bordo della sua Fiat Panda ed era stata ripresa nei pressi del parcheggio di Succhivo. L’ipotesi è che volesse far perdere le sue tracce o che dovesse incontrare qualcuno.

Stando ai primi esiti dell’autopsia, il decesso risalirebbe a non più di 24 ore prima del ritrovamento. Ci si chiede, quindi, dove abbia trascorso i giorni precedenti, se sia stata sequestrata o se si sia nascosta. Interrogativi a cui solo proseguendo con le indagini si potrà rispondere.