Le due facce del Fentanyl: da potente oppioide sintetico utilizzato per cure oncologiche e per lenire il dolore in pazienti affetti da cancro, a potente droga consumata da giovani e adulti. Spesso mescolata con alcol e stupefacenti, ha effetti sull’uomo devastanti, è 50 volte più forte dell’eroina e 100 volte più della morfina.
Il farmaco, nella versione prodotta illegalmente da associazioni criminali, contiene eroina, cocaina e metanfetamina. Tra i pericoli maggiori, anche il rischio di incorrere in pillole contraffatte contenenti ossicodone (Oxycontin, Percocet), idrocodone (Vicodino) e alprazolam (Xanax), o stimolanti come anfetamine (Adderal) e potenzialmente mortali.
In America, il Fentanyl tra gli anni ’90 e il 2022 ha causato un milione di morti, circa 300 ogni giorno. In Texas, secondo una statistica del Health and Human Service, muoiono 5 persone al giorno per problemi relativi all‘abuso della sostanza. Diverse anche le vittime nel mondo della musica e dello spettacolo. Dall’iconica rockstar Prince, deceduto a causa di un overdose nel 21 aprile del 2016 fino al rapper Coolio, morto nella medesima dinamica il 28 settembre del 2022.
Ma in Italia? Attualmente i decessi stimati sono soltanto due e oltre cinque le intossicazioni, ma a seguito dell’interesse dell’ndrangheta, organizzazione mafiosa sita in Calabria, il numero delle vittime potrebbe aumentare vertiginosamente. Durante l’operazione “Painkiller” – come il titolo del singolo omonimo dei Judas Priest del 1990, nonché soprannome per gli antidolorifici letali – ad opera della guardia di finanza di Piacenza, sono state sequestrate oltre 100mila dosi di Fentanyl, successivamente rivendute sul deep web, il dark web e nelle comuni piazze di spaccio.
Secondo Washington, il maggiore produttore e spacciatore della sostanza è la Cina con circa il 90% della vendita globale, anche se il governo cinese ha sempre negato tali accuse. Per scongiurare l’arrivo della “droga degli zombie” nel Bel Paese, è in arrivo il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio del Fentanyl, la premier Giorgia Meloni si è detta “fiera dell’introduzione del decreto in Italia”, una delle prime nazioni a prendere provvedimenti seri in tutta l’Unione Europea.
Tag24 ha intervistato il dottore Massimo Barra sull’argomento, direttore e fondatore della Fondazione Villa Maraini, che dal 1976 accoglie e cura le persone con problemi di dipendenza patologica.
Fentanyl in Italia, Massimo Barra: “Nazione a rischio?”
D. Dottore, il Fentanyl diventerà un rischio anche per l’Italia?
R. Il Fentanyl non è ancora arrivato concretamente in Italia ma sono stato il primo a lanciare l’allarme. Ritengo che quello che avviene negli Stati Uniti, in tutti i campi, prima o poi attraversa l’Oceano e arriva da noi. Ciò che sta accadendo in America è eclatante e non c’è nessun buon motivo per cui non debba arrivare anche da noi. Il fatto che il Governo abbia deciso una strategia – Piano contro l’uso improprio del Fentanyl – è sicuramente positivo. Per il 23 marzo di questo mese abbiamo previsto una riunione di alto livello insieme ad organizzazioni americane, basandoci sull’esperienza maturata dagli USA nel corso degli anni. Pensiamo che le forze di polizia possano giocare un ruolo terapeutico nel discorso. Perché sono loro che intercettano i tossici per le strade e non è possibile che l’unica strada per loro sia obbligatoriamente il carcere, che aggrava ma non risolve il problema.
D. Uno dei problemi maggiori nelle carceri in Italia è proprio la lotta per la salute mentale. C’è stato un aumento importante anche dei suicidi…
R. Il carcere non è stato creato per “far star bene i detenuti”, e se incarceriamo gente “malata”, non risolviamo il problema. Chi fa uso di droghe necessita di essere curato nel modo opportuno.
D. In Texas secondo una statistica muoiono circa 300 persone al giorno per il fentalyn. Ma nel resto del mondo?
R. Non è soltanto in Texas. In tutti gli Stati Uniti sono 100.000 morti l’anno. Il trend in aumento è 10.000 morti l’anno negli ultimi otto. Sono cifre impressionanti e sarebbe una omissione non prepararci per tempo.
Spaccio di Fentanyl in Italia: l’interesse della n’drangheta
D. Secondo Washington, la Cina è coinvolta nello spaccio massimo di Fentanyl. Cosa pensa a riguardo?
R. Non sono in grado di rispondere a questa domanda con certezza. In teoria se uno stato vuole colpirne un altro, uno dei mezzi più efficaci per combattere è “invadere l’altro stato di droga”. Non è illegittimo un ragionamento di questo genere, ma non ho nessuna prova diretta che questo sia avvenuto. L’ipotesi non è delirante e ha diritto di cittadinanza.
D. Come mai tutte queste persone si stanno interessando al fentanyl? Eppure la chiamano la “droga degli zombie”?
R. Ormai nessuno si fa di sostanze pure. Quello che trovano, si iniettano. Il Fentanyl è più potente ed è acquistabile in quantità molto inferiori. Trattandosi di un mercato illegale è legittimo dire 10 volte fino a 500 volte più potente. La gente muore anche per la semplice ricezione di un pacco con all’interno del fentanyl. Quindi l’allarme è “senza precedenti” è giusto, prepararsi. Anche se questi fenomeni non li abbiamo ancora visti. Non è illeggittimo pensare che manchi poco…
D. La ‘ndrangheta si è interessata al fentanyl. La guardia di finanza di Piacenza ha sequestrato 100.000 dosi, sono riusciti a prevenire una piaga da questa sostanza?
R. Non credo che una sola operazione particolarmente riuscita possa risolvere il problema, considerando che i sequestri delle forze dell’ordine sono pari al 10% delle entrate delle sostanze spacciate in Italia. E’ come la storia del bambino di Sant’Agostino, che voleva svuotare l’oceano con il secchiello. Quando noi facciamo affidamento alle sole operazioni di polizia, facciamo come un po’ come il bimbo.
Il Fentanyl e la diffusione tra i giovani
D. Come è nata la diffusione del fentanyl?
R. Alla radice c’è sempre un problema economico. I trafficanti sono onnipotenti perché riescono a corrompere tutto e tutti. E’ un problema di marketing. Anche la mafia se vede che gli conviene spacciare il fentanyl anziché la cocaina perché guadagnano di più, vendono altro, tanto la platea di consumatori è sempre disponibile.
D. E sullo spaccio di ricette per l’acquisto del fentanyl?
R. Questo è un concorso. Non c’è solo il fentanyl ma ad esempio, anche i fentanili – una famiglia di oppioidi sintetici più potenti dello stesso fentanil. C’è un lungo discorso anche sulla terapia del dolore, che è sacrosanta e non può essere sostituita in alcun modo. Invece di parlare solo delle sostanze bisogna introdurre il concetto dell’assuntore: i cervelli sono tutti diversi, una variabile indipendente. Non si può parlare di droga senza un assuntore. Se una persona ha bisogno di hashish per dormire a scopo terapeutico, è diverso dal cervello di un giovane che è in crescita e ogni giorno è diverso dall’altro. Parlare di sostanze senza fare riferimento al cervello è banale e disinformante.
D. I giovani di oggi, tra cui quelli americani consumano Fentanyl. Lei prevede che ci sarà anche in Italia questa diffusione tra gli adolescenti?
R. Non lo posso prevedere. Io posso dire che a “Roma si fanno tutti” e di tutte le sostanze che offrono piacere e che vengono consumate abbondantemente.
D. Il fentanyl viene mischiato con XANAX e altri farmaci, quali? Cosa provano i ragazzi?
Con tutto, basta sconvolgersi. Dipende da ogni cervello la sensazione provata. Due persone possono avere due effetti diversi per questo motivo.
D. Prince è morto per una overdose da fentanyl. Potrebbe aver sbagliato le dosi durante il suo ciclo di terapie per l’HIV?
R. Può succedere che abbia sbagliato le dosi.
D. Secondo una statistica, il fentanyl viene utilizzato anche per suicidarsi. E’ possibile?
R. Può succedere di tutto e continueremo a vedere di tutto.