Nella Vis Pesaro è il direttore d’orchestra di una squadra che si affida alla sua esperienza per centrare l’obiettivo salvezza, ma Mirko Valdifiori la Serie A se la gusta sempre, anche se le dimissioni di Maurizio Sarri hanno sorpreso anche lui. Non se lo aspettava l’ex Empoli e Napoli, così come tutti i tifosi biancocelesti, sta di fatto che l’addio dell’allenatore è realtà e adesso il punto interrogativo aleggia dalle parti di Formello.
Ma perchè si è arrivati a questa rottura così clamorosa? Mirko Valdifiori ha provato a spiegarlo intervenendo in esclusiva a “A Tutto Sport” su Cusano News 7: “Forse il rapporto con qualche giocatore si è incrinato, scelte così estreme non ne aveva mai fatte“.
Dimissioni Sarri, le parole di Mirko Valdifiori
La Lazio è alla ricerca immediata del sostituto, ma l’addio di Sarri è uno shock che la piazza non ha ancora digerito. Improvviso e impattante, la sconfitta contro l’Udinese ha fatto traboccare il vaso pieno di dubbi che il tecnico toscano ha risolto con l’unica soluzione possibile secondo lui, ovvero dire addio. E Mirko Valdifiori ha detto la sua a tal proposito.
D: Sarri si è dimesso. Sorpreso?
R: Si, sono rimasto sorpreso. Magari c’era qualcosa all’interno di cui noi non sappiamo che si era rotto da un po’; se Sarri ha preso questa decisione vuol dire che non c’era più niente da fare, anche perché conoscendolo è difficile che uno come lui prenda decisioni di questo tipo. Crede nel suo lavoro, crede nei suoi ragazzi, se è arrivata questa scelta sicuramente è un segnale che le cose non andavano bene.
D: C’è un po’ di sorpresa nella tua voce,
R: Perché difficilmente molla. E’ anche un uomo vero, a volte reagisce d’istinto, non so se magari qualcosa possa avergli dato fastidio, non è una cosa semplice. Aveva un contratto in essere che lasciava pensare ad un progetto da proseguire, sta di fatto che questa scelta mi ha sorpreso. Adesso la Lazio dovrà cercare di concludere al meglio la stagione.
D: La sensazione è che la squadra abbia deciso di non seguire il tecnico, almeno vedendo le prestazioni, la Lazio sembrava svuotata. Secondo te c’è stata una crisi di rigetto?
R: Non penso, siamo professionisti. Nessuno vuole andare in campo per perdere le partite o per andare incontro a periodi negativi. Nel mio vissuto posso dire che ci sono dei momenti in cui le cose non vanno al meglio e vedi le cose in modo diverso, ma mi sembra difficile che la volontà sia stata quella di remare contro l’allenatore.
Questione di rapporti
Tante le ipotesi relative alle dimissioni di Sarri, con Mirko Valdifiori che ha provato a dare una chiave di lettura.
D: Magari è stato un rifiuto inconscio
R: Può essere. Non ho visto la partita contro l’Udinese, mi è capitato di vedere qualche altra partita e qualche cambio di Sarri dove un giocatore non ha gradito la panchina, e da fuori può sembrare che possa esserci dell’attrito. Ma sono cose che vanno vissute all’interno, anche perché siamo un gruppo di tante teste dentro una squadra e ognuno reagisce a modo suo. Poi se un giocatore come Immobile esce e non digerisce il cambio, lui che dovrebbe dare l’esempio, forse sotto sotto c’è un problema con l’allenatore.
D: Il Cagliari però la squadra aveva rigettato le dimissioni del tecnico, magari Sarri si aspettava questo.
R: Quando un allenatore va via è una sconfitta per tutti, a pagare sono sempre loro. A Cagliari hanno dato un bel segnale. Non so come potrà reagire la squadra Lazio, ma non so se Sarri volesse mandare un segnale per vedere la reazione della squadra respingendo le dimissioni, mostrando così di credere nel progetto.
D: Tu che l’hai conosciuto, dove potrebbe aver peccato il tecnico, fermo restando che la colpa non è solo sua?
R: Forse si era incrinato il rapporto con qualche giocatore per poter arrivare ad una decisione del genere, ma è una mia idea. In quegli anni che ho passato con lui, dove abbiamo passato anche momenti difficili, lui non ha pensato mai di dare le dimissioni. Deve essere successo qualcosa, e lo sanno loro all’interno.
Troppo integralista?
Si è parlato tanto anche del 4-3-3, modulo di fede sarriana. Ma l’integralismo non c’entra niente in questo caso per Valdifiori.
D: Ci metterà poco a trovare squadra eventualmente?
R: Lui crede nel suo lavoro. In questa scelta estrema dimostra di non essere un uomo attaccato ai soldi, lui se vede che le cose non vanno piuttosto perde anche il contratto ma si fa da parte. È un allenatore il cui curriculum parla per lui, deciderà tranquillamente se fermarsi per un po’ o trovare un’altra squadra in cui sviluppare il progetto, cosa che alla Lazio forse è mancata.
D: Forse il problema è l’essere stato integralista a livello di modulo? Con te all’Empoli giocava con il 4-3-1-2
R: Prima di cambiare modulo ci mette un po’, nel suo percorso da allenatore anche lui magari è stato un po’ integralista, ma col tempo è migliorato. Ad Empoli ha cambiato alcuni moduli, ma sono dovuta passare un po’ di partite. Anche a Napoli voleva giocare con il rombo ma dopo alcune batostate ha optato col 4-3-3. Alla Lazio ha puntato su questo modulo perché magari non aveva giocatori capaci di potersi adattare ad altri moduli, e quindi è andato avanti con la sua idea. Se non ha cambiato idea, avrà avuto i suoi motivi.