Torna a suonare la musichetta della Champions League e l’Inter si prepara per tornare in campo. L’appuntamento con la gara di ritorno degli ottavi di finale per i nerazzurri è domani, a Madrid contro l’Atletico di Simeone. Si ripartirà dal vantaggio di 1 a 0 da parte della squadra di Inzaghi, ma per passare il turno serviranno attenzione e qualità. Per commentare il match di Champions League, Atletico Madrid-Inter, Pierluigi Orlandini, che ha vestito la maglia nerazzurra per 2 stagioni nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.

Atletico Madrid-Inter, Orlandini a Tag24

Al Civitas Metropolitano di Madrid, domani sera con fischio di inizio alle ore 21.00, Atletico Madrid e Inter si giocheranno la gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Ai quarti c’è posto per una squadra soltanto e nè Simeone, nè tanto meno Inzaghi, hanno intenzione di fermare qui la corsa. I nerazzurri ripartiranno dall’1 a 0 maturato a San Siro, un vantaggio minimo ma che comunque va sfruttato. D’altronde adesso che lo scudetto è praticamente cosa fatta, il club di Zhang punta a ritornare in fondo anche nella massima competizione europea. Dalla finale contro il Manchester City, questa squadra ha acquisito sicurezza e mentalità e ora è consapevole delle sue potenzialità. Per commentare Atletico Madrid-Inter, Orlandini, che ha vestito la maglia nerazzurra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Gara da dentro o fuori, con un’Inter spaziale in campionato, ma riuscirà ad esserlo anche in Champions?

“La Champions è una competizione diversa rispetto al campionato, ma il valore della squadra è sotto gli occhi di tutti. Anche in Europa stanno dicendo la loro e molto dipenderà anche da come arriveranno alla sfida di domani. In Serie A si ha la possibilità di giocare mentre nella massima competizione euroepa sono stati fermi per due mesi. Ora l’Inter ripartirà dal vantaggio di un gol che non è tantissimo, ma è comunque importante”.

Quindi l‘Inter è favorita per domani?

“Difficile individuare una squadra favorita, anche se penso che l’Inter sia leggermente avanti. Giocare in Spagna contro una squadra così scorbutica non sarà semplice. L’Atletico non ha la qualità del Real Madrid ad esempio, ma è una squadra fastidiosa. Da italiano mi auguro che i nerazzurri, come le altre italiane, riescano a passare il turno. Sarebbe davvero importante per il nostro calcio”.

La corsa scudetto è praticamente chiusa, ora l’Inter può concentrarsi solo sulla Champions? L’obiettivo deve essere arrivare di nuovo in fondo?

“Il vantaggio che questa squadra ha in campionato può aiutarla ad arrivare con meno stress alle partite. Inzaghi ora ha la possibilità di dare minutaggio anche a chi ha giocato meno, così da far rifiatare chi è più stanco. Il margine è importante, devono essere bravi a gestire le due competizioni. Arrivare in finale poi non è scontato. Quelle che ci sono in Champions sono tutte squadre forti e l’Inter ne fa parte. Lo scorso anno sono arrivati in finale e anche quest’anno hanno tutte le carte in regola per riprovarci. C’è sempre da mettere in conto però che ci sono avversarie di livello assoluto. Ora si parte dal vantaggio di 1 a 0 e va sfruttato al massimo”.

Quali sono le maggiori insidie del match di domani?

“Non c’è un singolo in generale a cui fare particolare attenzione. Sebbene l’Atletico abbia grandi campioni, è in assoluto il gioco di Simeone ad essere scorbutico e insidioso. E’ un gruppo importante, che gioca in casa sua e anche a livello ambientale non sarà semplice. L’Inter dovrà tenere le antenne ben dritte”.

Inzaghi e Lautaro Martinez sono i due fari di questa squadra?

“Entrambi nel tempo hanno dimostrato che con il lavoro si possono ottenere risultati incredibili. Devono essere già considerati due campioni. L’Inter gioca bene e questo è frutto di studio e lavoro. Si vede anche nei cambi perchè quando Inzaghi manda in campo qualcuno dalla panchina comunque la qualità e il gioco restano invariati. La rosa è più completa. Adesso è facile parlare, ma questo gruppo, un anno fa, ha perso senatori importanti dello spogliatoio e l’incognita c’era. Invece sono arrivati calciatori importanti che si sono inseriti bene. Tante volte non è il nome che fa la differenza, ma tutto il lavoro che c’è dietro. Guardate Calhanoglu, è stato spostato in un ruolo che non aveva mai fatto e sta facendo meglio di chi c’era prima. Sono state fatte tutte scelte azzeccate”.