Giovanni Trapattoni gli ha consentito di trasformare il sogno in realtà e grazie alla fiducia che il mister ha riposto in lui, Moreno Torricelli è diventato un calciatore professionista e ha cambiato la sua vita. Sei stagioni con la maglia della Juventus, dal 1992 al 1998, conditi da tanti trofei nazionali e internazionali. D’altronde quella era una squadra stellare e l’ex difensore ha dato sempre il suo contributo al massimo. Rimasto da sempre legato al club bianconero, per commentare il momento di crisi della Juventus e il futuro di Allegri, Torricelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Crisi Juventus e futuro di Allegri: Torricelli a Tag24
I numeri della Juventus parlano chiaro: la corsa scudetto è chiusa da tempo e i 17 punti di distacco dall’Inter sono significativi. Nelle ultime 7 uscite i bianconeri hanno vinto solo una volta, per il resto 3 pareggi e 3 sconfitte e una media da retrocessione. La posizione Champions non sembra in bilico, ma la Vecchia Signora si è già fatta recuperare troppi punti dal Milan, perdendo il secondo posto. Le cose non girano, Allegri non vince più di corto muso e i risultati sono peggiorati, sebbene sia arrivata anche qualche buona prestazione. Per chiudere la stagione in bellezza servirà un filotto di risultati e l’eventuale Coppa Italia. Poi la società farà tutte le valutazioni del caso sul futuro. Per commentare il momento di crisi della Juventus e la posizione di Allegri, Torricelli, che ha vestito questa maglia per sei stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Juventus in crisi, secondo te più di risultati o di prestazioni?
“Da febbraio, dall’Empoli all’Inter, era una Juventus in crisi di prestazioni. Poi però ho visto una buonissima partita contro il Napoli, nonostante sia arrivata una sconfitta, ma in quel caso di certo non c’entra la prestazione. Se i bianconeri avessero chiuso al primo tempo in vantaggio nessuno avrebbe potuto dire nulla, mentre alla prima occasione azzurra ha preso gol e non ha più ribaltato la situazione. Poi ho visto una buona partita con l’Atalanta, nonostante fosse andata sotto, ma non è mancato il gioco. Il problema è iniziato da febbraio, quando sono venuti a mancare i risultati e di conseguenza ha avuto un calo fisico e mentale. In questo periodo però ha affrontato sempre squadre di grande livello. Nonostante tutto io vedo una Juventus in ripresa, che da qui in avanti potrà riprendere un cammino diverso”.
La corsa scudetto però ormai è chiusa da tempo. Resta una Juventus deludente?
“Assolutamente sì, ma il campionato va a fasi. La Juventus aveva illuso molto prima di arrivare alla fatidica sfida contro l’Inter. I bianconeri erano riusciti a fare un filotto di partite, ma stavano bene e vincevano spesso 1-0. I tifosi hanno preso coraggio e a quel punto avevano iniziato a sperarci davvero. Probabilmente se il gruppo di Allegri non avesse sbagliato il match con l’Empoli e poi con l’Inter, l’entusiasmo all’interno della squadra avrebbe potuto cambiare il percorso. Invece hanno subito un contraccolpo pesante, hanno dovuto far fronte a qualche infortunio e sono emerse tante difficoltà che in parte avevamo già visto dall’inizio della stagione. Va detto che questa squadra non ha mai entusiasmato”.
Una squadra addirittura in calo rispetto a un anno fa?
“Lo scorso anno la Juventus sul campo si era conquistata la Champions, ma per altri problemi non l’ha potuto giocare. Per un club e una città del genere, non avere quel tipo di ritorno economico diventa davvero complicato. È per questo che in questa stagione è fondamentale essere lì. È vero che adesso dovrà vedersela con il Milan, ma il vantaggio sul quinto posto è abbastanza importante e da qui alla fine devono pensare soltanto a raggiungere l’obiettivo. I punti in palio sono fondamentali e i bianconeri devono cercare di bloccare questa continua alternanza di risultati. La Roma, che in questo momento è la quinta forza e che potrebbe essere la prima esclusa dalla Champions, sta correndo forte da quando è arrivato De Rossi e bisognerà fare attenzione”.
Quindi è più che altro una questione mentale?
“Il risultato positivo porta sempre entusiasmo, ma quando le vittorie non arrivano, anche a fronte di buone prestazioni, l’ambiente si deprime. Nell’arco di un campionato intero questi momenti ci stanno, ma ribadisco che in questo momento la Juventus non sta giocando male e adesso dovrà ricominciare a marciare. Rimane sempre quell’amaro in bocca a cui adesso non si deve pensare, ma deve ricominciare a crescere l’autostima per poter arrivare alla fine della stagione e centrare l’obiettivo Champions”.
A prescindere da quello che sarà il risultato finale, il percorso di Massimiliano Allegri è giunto al termine?
“Questo sinceramente non te lo so dire. Per quel che mi riguarda Allegri è un grandissimo allenatore, non solo per quanto ci fa vedere in campo, ma soprattutto per come ha gestito la squadra lo scorso anno. Ha dovuto far fronte sia a ciò che avveniva in campo, che a quanto accadeva al di fuori. Il club ha lasciato tutto in mano a lui e Max lo ha fatto al meglio. Di Allegri posso solo parlare molto bene, poi il futuro dipenderà solo da loro”.
Hai fiducia nei confronti del club?
“Ho fiducia nei confronti di Giuntoli, un direttore sportivo che a Napoli ha fatto molto bene. L’ho conosciuto, la ritengo un’ottima persona, uno con le idee ben chiare, che saprà valutare tutto nel dettaglio. Ormai è entrato all’interno della famiglia Juventus da un anno e saprà gestire e valutare quel che potrà essere meglio per la Juve del futuro. La base di partenza però deve essere ovviamente l’obiettivo Champions”.