L’Italia si confronta con una sfida significativa nel panorama della mobilità sostenibile, trovandosi in una posizione di rilievo negativo rispetto a nazioni come il Regno Unito, la Germania e la Spagna. Questa situazione deriva principalmente dalla mancanza di infrastrutture adeguate, quali metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane. La carenza di tali sistemi contribuisce a perpetuare le problematiche legate al traffico e all’inquinamento atmosferico nelle aree urbane, creando un ciclo vizioso di inefficienza e disagio per i cittadini. L’Italia è record per numero di veicoli in Europa e la capitale Roma fa fatica sotto l’aspetto del trasporto pubblico. Cosa rivela l’ultimo rapporto Pendolaria.
Rapporto Pendolaria: Roma caso studio della crisi di mobilità
Roberto Scacchi, responsabile mobilità di Legambiente, ha posto l’accento sulla critica situazione di Roma, che si colloca tra le peggiori città europee per la dotazione di binari di metro e tranvie. La proposta è quella di accelerare l’attuazione di tutti i progetti ancora in sospeso, trasformando i cantieri in veri e propri laboratori di transizione ecologica.
Roma si distingue, purtroppo, per le sue peculiari difficoltà nel settore dei trasporti pubblici. La capitale presenta una delle reti di trasporto su ferro meno sviluppate tra le città europee. Negli anni compresi tra il 2010 e il 2023, Roma ha affrontato numerose problematiche legate a eventi meteorologici estremi, i quali hanno causato danni alle infrastrutture e interruzioni del servizio, riflettendosi negativamente sulla qualità della vita dei suoi abitanti.
Con soli 1,43 km di metropolitana disponibili ogni 100 mila abitanti, la Capitale si colloca ben al di sotto degli standard di altre grandi città europee come Londra, Madrid e Berlino. La scarsità delle infrastrutture si riflette anche nel numero di stazioni disponibili, posizionando Roma in una condizione di netto svantaggio rispetto a metropoli dotate di reti di trasporto pubblico più estese e capillari.
Progetti in sospeso e prospettive
Numerosi progetti infrastrutturali importanti per la città di Roma rimangono in attesa di realizzazione, tra cui la chiusura dell’Anello Ferroviario e il potenziamento della linea metropolitana C con la nuova stazione di interscambio al Pigneto. Questi ritardi, dovuti a complessità burocratiche e revisioni finanziarie, non fanno che accentuare l’urgenza di un intervento deciso per sbloccare e portare a termine le opere necessarie al miglioramento della mobilità urbana.
Rapporto Pendolaria: impatti e conseguenze dell’inefficienza
L’attuale panorama del trasporto pubblico italiano comporta una serie di ripercussioni negative:
- Un aumento della congestione veicolare, con la conseguente crescita dei livelli di inquinamento e dei tempi di percorrenza.
- Un disagio crescente per i cittadini che dipendono dal trasporto pubblico, costretti a fare i conti con ritardi, cancellazioni e una generale scarsità del servizio.
- Una perdita di competitività a livello internazionale, che incide negativamente tanto sull’economia quanto sul settore turistico.
Per invertire questa tendenza, si rende imperativo un investimento consistente volto al potenziamento e alla modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie.
Rapporto Pendolaria: il report di Legambiente sulla mobilità urbana
Il documento “Pendolaria – Speciale Aree Urbane” di Legambiente offre uno sguardo approfondito sulla condizione della mobilità sostenibile nel nostro paese. Attraverso dati e analisi, il report mette in evidenza i ritardi accumulati dall’Italia e sottolinea l’urgenza di interventi mirati per migliorare la situazione. L’Italia mostra un netto ritardo nel numero di chilometri di metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane rispetto ai suoi omologhi europei.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, evidenzia con preoccupazione l’immobilismo delle città italiane nel campo del trasporto pubblico. L’Italia necessita di un significativo sforzo finanziario, stimato in 1,5 miliardi di euro all’anno fino al 2030, per realizzare nuove linee metropolitane, tranvie, e linee suburbane. È fondamentale deviare risorse dai progetti autostradali e stradali, rifinanziando i settori del trasporto rapido di massa e della ciclabilità, recentemente penalizzati. Ciafani esorta inoltre a evitare gli sprechi in progetti non prioritari, come l’ipotetico Ponte sullo Stretto di Messina, per concentrarsi su interventi che trasformino le città in luoghi più moderni, vivibili e sostenibili.
Il confronto internazionale
Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato progressi limitati nell’ampliamento delle sue infrastrutture di trasporto su ferro, con l’aggiunta di pochi chilometri di tranvie e metropolitane. Questo contrappone nettamente l’Italia a paesi come il Regno Unito, la Germania e la Spagna, che continuano a investire attivamente in questo settore. La scarsa attenzione verso l’espansione e il miglioramento delle reti di trasporto pubblico mette in luce un’urgente necessità di riorientare le priorità verso una mobilità più sostenibile ed efficiente.
Per affrontare queste sfide, Legambiente sottolinea l’importanza di investimenti maggiori nel settore dei trasporti pubblici. L’obiettivo è di realizzare una trasformazione urbana che privilegi la mobilità sostenibile, migliorando la qualità dell’aria, riducendo il traffico e rendendo le città più vivibili. La transizione verso una mobilità più verde richiede un impegno concreto nella creazione di infrastrutture moderne e nell’adozione di tecnologie innovative, come la mobilità elettrica e i sistemi di sharing mobility.
Esempi virtuosi
Nonostante le difficoltà, esistono esempi virtuosi di sviluppo infrastrutturale in Italia, come il nuovo collegamento tra Torino Porta Susa e l’Aeroporto, e la fermata suburbana di Brescia Violino, frutto di investimenti mirati al potenziamento del trasporto pubblico.
Il panorama attuale richiede un cambiamento radicale nell’approccio agli investimenti nel settore dei trasporti pubblici. È fondamentale superare la tendenza a privilegiare il trasporto su gomma a favore di un maggiore impegno verso lo sviluppo di infrastrutture ferroviarie, come metro e tramvie, che possano offrire una valida alternativa all’uso dell’automobile e contribuire a una mobilità più sostenibile.
Le città italiane si trovano pertanto di fronte a una duplice sfida: da un lato, l’urgenza di adeguarsi alla crisi climatica che rende le aree urbane sempre più vulnerabili; dall’altro, la necessità di superare l’immobilismo che ha caratterizzato gli ultimi anni nel settore dei trasporti. La recente Legge di Bilancio ha evidenziato un’allarmante mancanza di fondi destinati al trasporto rapido di massa e alla promozione di una mobilità più sostenibile, come la ciclabilità. In questo contesto, è fondamentale ripensare gli investimenti per le metropoli italiane, puntando a risolvere le problematiche legate alla mobilità e all’inquinamento.