Il direttore d’orchestra e musicista Beppe Vessicchio, sarà uno dei protagonisti del Roma Film Music Festival.

Una carriera ricca di successi per il Maestro, vincitore di quattro Festival di Sanremo come concertista: nel 2000 con Sentimento degli Avion Travel, nel 2003 con Per dire di no di Alexia, Per tutte le volte che di Valerio Scanu e nel 2011 con Chiamami ancora amore del cantautore Roberto Vecchioni.

Giuseppe Vessicchio, ha rilasciato un’intervista di Thomas Cardinali per Tag24 ai Forum Studios di Piazza Euclide dove ha commentato i presunti rumors che lo volevano come possibile direttore artistico di Sanremo 2025.

Beppe Vessicchio, intervista al noto direttore d’orchestra

Il maestro Beppe Vessicchio parla della sua partecipazione al Roma Film Music Festival: “Sono stato invitato da Marco Patrignani (direttore della kermesse) che conosco da ragazzino, a raccontare quello che faccio con la musica. Da un po’ di anni il mio pubblico sono diventati pomodori, uva e organismi biologici sui quali cerco di studiare gli effetti di specifiche polifonie”.

D.”Maestro quanto è importante il binomio tra musica e cinema?

R. “Il fascino è enorme, ma io penso che sia una sorta di ricongiungimento perché la parola musica deriva da Muse, in greco μουσικός/musikòs. Secondo me era l’insieme di varie espressioni della realtà che ci circonda e che è meravigliosa. Non a caso veniva veniva utilizzata ai margini degli incontri religiosi, anche dal punto di vista metafisico aveva un gran valore e la musica all’epoca era l’insieme delle arti capace di regalare emozioni. La parola è diventata specifica solo e unicamente della parte che riguarda il suono quindi il fatto che si ricongiunga è una cosa secondo me di straordinaria forza, ma noi lo possiamo gia vedere con l’opera che sopravvive proprio grazie a questa grande sinergia, ovvero immagini e suono.

Beppe Vessicchio, film preferiti e le colonne sonore rifiutate

D. I Forum Studios di Piazza Euclide sono il tempio in cui Ennio Morricone ha registrato i suoi capolavori.

“Quella che stiamo ascoltando in sottofondo – la musica della Trilogia del Dollaro – ne è la testimonianza. Se non fosse stata importante non gli avrebbero intitolato l’Auditorium che abbiamo a Roma, vuol dire che è riconosciuta la sua capacità e maestria. Si è dedicato molto a questa produzione con grande successo”.

D. Quali sono i suoi film preferiti? Un lungometraggio su cui avrebbe voluto lavorare?

“Mi sarebbe piaciuto dirigere The Duel che non aveva una colonna sonora, non c’era musica e mi aveva colpito molto l’uso del silenzio. Ci sono musiche che ho amato, ma credo che sia per il riflesso sentimentale ed emozionale che mi hanno regalato come nel caso di “Per un pugno di dollari”. Credo di averlo visto al cinema 78 volte il film, è legato ad un periodo della mia vita e ed ha lasciato un forte segno in me. Non so però se davvero avrei voluto farlo, quando c’è l’ammirazione per qualcosa o per qualcuno c’è proprio la distanza riverenziale per cui non penso avrei voluto farlo e forse non ne sarei stato in grado”.

Beppe Vessicchio, direttore artistico a Sanremo 2025?

D. Ci racconta qualche retroscena? Ha mai rifiutato colonne sonore per film?

R. “Mi è capitato di rifiutare colonne sonore per i film, diciamo che ho lavorato tanto nella discografia e ci ho messo anche tanto per imparare. Il cinema lo sogni, lo vorresti fare però quando poi ti capita l’opportunità ti ritrovi in un meccanismo dove ci sono tanti obblighi”.

D. Sulle indiscrezioni come direttore artistico a Sanremo 2025?

R. “Sanremo è un impegno che richiede capacità enormi e che io non penso di avere”, poi commenta l’ultimo di Amadeus: “È stato un bellissimo festival, un grande spettacolo ma come tutti i festival è un po’ come le annate del vino e scopriremo fra un po’ che cosa resta. Questo ne testimonierà il valore di quello che c’è stato dal punto di vista musicale. Ma dello spettacolo non si discute, ha tenuto attaccate le famiglie al teleschermo. Una volta quando il festival era dedicato a diciamo a un pubblico più adulto i figli potevano uscire di casa e andare via e quindi la famiglia rimaneva monca, ma ora che è dedicato a loro può essere un collante con i genitori”.