Si chiama Mikea Zaka, il 23enne albanese arrestato nella notte tra il 9 e il 10 marzo scorso per la sparatoria avvenuta nella centralissima via Aldo Moro a Frosinone: gli inquirenti sono convinti che abbia ucciso il 27enne Kasem Kasmi e ferito tre suoi amici al bar Shake nell’ambito di una guerra tra bande e non, come ha riferito, per una donna contesa.

Chi è Mikea Zaka, il cittadino albanese arrestato per la sparatoria di Frosinone

Il 23enne, originario dell’Albania ma da anni residente in Italia, è stato arrestato dalla polizia dopo essersi costituito su consiglio del suo avvocato Marco Maietta. È accusato di omicidio e di triplice tentato omicidio per aver ucciso un suo connazionale, il 27enne Kasem Kasmi, e per averne feriti tre davanti al bar Shake della centralissima via Aldo Moro a Frosinone.

I fatti risalgono al 9 marzo scorso. Stando a quanto ricostruito finora grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza del locale, Mikea Zaka era seduto a un tavolo insieme agli amici Giuliano ed Elia D. quando, al culmine di una lite scoppiata con quattro connazionali, aveva impugnato la pistola che teneva con sé e aveva aperto il fuoco.

Agli inquirenti ha raccontato di aver agito “per difendersi” perché Kasmi, il fratello Ervin e due loro amici di età compresa tra i 21 e i 25 anni, gli si erano rivolti con fare minaccioso per via di una donna contesa. Il sospetto è che, nonostante sia incensurato, lavori in realtà come cassiere di una banda e si sia scagliato contro i “rivali” per un regolamento di conti legato a qualche giro di spaccio e prostituzione. Quando è stato perquisito era infatti in possesso di almeno 20 mila euro in contanti.

Chi era la vittima, Kasem Kasmi

“Le indagini sono soltanto all’inizio”, ha fatto sapere il procuratore di Frosinone Antonio Guerrero, che è intenzionato ad andare a fondo della questione. I suoi uomini sono da ore alla ricerca dell’arma del delitto, che Zaka ha confessato di aver gettato dal ponte di via Verdi nel fiume Cosa.

Insieme a lui al momento dei fatti c’erano altre persone che dovranno essere sentite. Restano gravi, intanto, le condizioni di uno dei tre feriti, ricoverato in prognosi riservata al San Camillo di Roma. Si tratta di Ervin Kasmi, il fratello del 27enne morto nella sparatoria, conosciuto in zona come “Carletto”.

Anche lui di origini albanesi, sui social pubblicava foto di auto di lusso e yatch sfarzosi, mostrandosi a bordo di esclusive piscine con in mano bottiglie di champagne costosissime. I soccorritori intervenuti dopo la segnalazione dei presenti avevano provato invano a rianimarlo: pochi minuti dopo essere stato colpito alla testa, al collo e al torace aveva esalato il suo ultimo respiro sul marciapiede antistante allo Shake.

Sconvolta la comunità locale

Nella giornata di oggi Zaka dovrà comparire davanti al giudice per le indagini preliminari per la convalida del fermo. La comunità locale è sconvolta: in tanti la sera della sparatoria stavano passeggiando per le vie del centro città o consumando un drink ai tavolini del bar che è diventato teatro dell’omicidio.

Omicidio che ha seguito di appena un anno quello consumatosi nella cittadina di Alatri: a morire, venendo colpito alla testa, era stato, a gennaio 2023, il 19enne Thomas Bricca. Per la vicenda sono attualmente imputati davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Frosinone Roberto e Mattia Toson: secondo l’accusa programmarono l’agguato, arrivando sul posto a bordo di uno scooter con la targa coperta e i caschi integrali con lo scopo di uccidere un amico della vittima, sbagliando bersaglio.