Una perquisizione a sorpresa ieri mattina 9 marzo nella sezione di massima Sicurezza del carcere di Spoleto ha permesso alla polizia penitenziaria di sequestrare un microcellulare. Il dispositivo era opportunamente occultato all’interno di una presa di corrente.

Microcellulare in una cella di massima sicurezza nel carcere di Spoleto

Un ritrovamento scioccante per la polizia penitenziaria del carcere di Spoleto, che ha recuperato un microcellulare nascosto in una cella di massima sicurezza. A ritrovare il piccolo oggetto, gli agenti della polizia durante una perquisizione.

Alle prime luci di ieri mattina, 9 marzo, infatti, i poliziotti hanno sorpreso i detenuti con una perquisizione, che ha permesso di trovare il dispositivo nascosto all’interno di una presa di corrente. Il segretario nazionale per l’Umbria del SAPPE, Fabrizio Bonino, ha dato la notizia:

Sono anni oramai che il Sappe lamenta a tutti i livelli che il taglio di ben 130 unità nella pianta organica della Polizia Penitenziaria del carcere operato nel 2017 avrebbe comportato gravissime carenze nella gestione della sicurezza interna dell’istituto e il ritrovamento di ieri ne è soltanto l’ultima conferma

Sono, ormai, all’ordine del giorno i casi come questo, di dispositivi tecnologici ritrovati all’interno delle celle dei detenuti, con i quali riescono a gestire i traffici all’esterno delle strutture di detenzione. Bonino ha, quindi, nuovamente, denunciato le condizioni di lavoro dei poliziotti e la necessità di assumerne altri per far fronte alle situazioni di crisi.

L’Amministrazione penitenziaria deve necessariamente comprendere che non è possibile gestire un istituto penitenziario di massima sicurezza con un numero di uomini che non sarebbe idoneo neanche per la gestione di un asilo nido ed inviare con urgenza un contingente idoneo alle esigenze del caso