Quanto costa vivere in Tunisia per un pensionato italiano nel 2024? Per molti pensionati italiani percettori di un assegno non elevato il costo della vita è sempre più insostenibile.

Molti decidono pertanto di prendere in considerazione la possibilità di trasferirsi all’estero in nazioni più economiche e accrescere così il proprio potere d’acquisto. Una scelta sicuramente non facile che implica anche abbandonare le proprie abitudini quotidiane e allontanarsi anche dai parenti.

Tra le mete fuori Europa più accessibili c’è la Tunisia. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul costo della vita e sulla tassazione della pensione in questo Paese.

Quanto costa vivere in Tunisia per un pensionato italiano nel 2024: i vantaggi ambientali ed economici 

Tra i tanti fattori a sostegno della scelta di trasferirsi in Tunisia dopo la pensione c’è sicuramente il clima. Qui la temperatura è calda tutto l’anno con inverni molto miti e valori medi superiori a quanto si registra in Italia. Anche il panorama paesaggistico è degno di nota, con ampie spiagge mozzafiato. 

Indubbiamente però ciò che spinge maggiormente i tanti pensionati a questo drastico cambio di vita è l’aspetto economico. In Tunisia il costo della vita è decisamente inferiore alla realtà italiana e ciò amplifica di fatto la somma percepita come pensione.

Negli ultimi anni la Tunisia è così diventata una meta ambita per i pensionati italiani, tanto quanto Portogallo, Spagna e Grecia.

Basti pensare che la città di Hammamet al 2023 conta una comunità di 4mila pensionati italiani, circa l’8 % della popolazione complessiva. 

Quanto costa l’affitto di un appartamento 

Il costo della vita quotidiana è davvero irrisorio se rapportato all’Italia. Ecco alcuni esempi. Un litro di benzina costa solo 65 centesimi di euro. Un caffè espresso 50 centesimi. Le sigarette difficilmente costano più di 2,50 euro a pacchetto e una cena per due persone ad un ristorante economico può costare al massimo 15 euro. 

Ancor più eclatante è il mercato ittico dove si possono trovare orate a soli 5 euro al chilogrammo, mentre seppie e calamari hanno un prezzo inferiore ai 10 euro al chilogrammo. In generale è però tutta la spesa destinata ai generi alimentari ad essere molto più bassa con una stima mensile di circa 300 euro per il fabbisogno di una coppia.

Anche la richiesta per gli affitti abitativi è decisamente più abbordabile rispetto alle principali città italiane. Un contratto di locazione per un trilocale, quindi 70 mq, può costare circa 300 euro al mese. 

Occorre poi considerare il risparmio per il riscaldamento dato che la temperatura in inverno non è poi così rigida, ma anche il costo più contenuto per le altre utenze. 

Tassazione agevolata per i pensionati 

Oltre alla vita meno cara che su suolo nazionale, i pensionati italiani possono godere di alcune agevolazioni fiscali. Tutto ciò grazie alla convenzione bilaterale che Italia e Tunisia hanno stipulato per evitare una doppia tassazione sulla pensione. Grazie a ciò tutte le pensioni possono essere esportate in Tunisia senza alcuna trattenuta dallo Stato italiano. 

La legge finanziaria tunisina, in vigore dal gennaio del 2007, prevede inoltre che l’80 % del reddito pensionistico è esente da tassazione nazionale. Questo significa che le imposte vengono calcolate solo sul restante 20%. È perciò ora evidente come la Tunisia sia schizzata in alto nell’indice di preferenza di chi sia disposto a trasferire la propria residenza all’estero. 

Affinché si possa usufruire di tali vantaggi occorre richiedere il trasferimento di residenza fiscale in Tunisia, essere iscritto alla lista Aire di italiani all’estero, intestare le utenze domestiche a proprio nome e possedere un regolare permesso di soggiorno oltreché risiedere effettivamente su suolo tunisino per almeno 183 giorni nell’arco di un anno solare.