In Irlanda è stato bocciato il referendum sulla Costituzione che aveva lo scopo di renderla meno sessista: il Paese decide di restare indietro e di non fare passi avanti in tema di inclusione per sconfiggere il gender gap.

I provvedimenti erano stati sostenuti sia dal governo che dall’opposizione ma non hanno visto la luce. Nella nazione resta in piedi con fermezza la figura della donna come “angelo del focolare”, per una clausola ancora presente nella Carta costituzionale. Verrebbe da chiedersi se stiamo parlando di uno Stato europeo: la risposta – purtroppo – è yes.

Irlanda, referendum bocciato: la Costituzione non cambierà

Si arresta la via del progresso in Irlanda: bocciati entrambi i referendum che avrebbero dovuto cambiare la carta costituzionale della nazione per migliorare il fronte dei diritti civili. L’obiettivo, appoggiato sia dal governo che dall’opposizione, era quello di far sì che la Costituzione venisse modificata e assumesse note meno sessiste.

Il referendum era stato convocato l’8 marzo, proprio in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne. L’affluenza finale dei cittadini è stata di poco superiore al 44%. Un risultato triste e tutt’altro che progressista per il Paese cattolico.

I temi del referendum in Iranda

Nel primo referendum per modificare la Costituzione irlandese – in vigore dal 1937 – i cittadini avevano il compito di decidere se estendere o meno il concetto di famiglia, per includere in modo esplicito nella Carta anche le relazioni stabili al di fuori del vincolo del matrimonio.

Questa proposta è stata bocciata con il 67,7 % di voti contrari. C’era da aspettarselo in una nazione dove il cattolicesimo ha una presa così forte? Forse sì, come aveva già dichiarato in precedenza il primo ministro Leo Varadkar, che aveva indovinato gli esiti ben prima dello spoglio elettorale.

Il secondo referendum invece chiedeva di eliminare la clausola “women in the home” (letteralmente “donne in casa”), per la quale il welness dello Stato troverebbe le sue fondamenta essenziali nella vita domestica delle donne. Un’imposizione per la figura femminile ancora legata all’immagine di custode del focolare, secondo cui le donne non dovrebbero mai trascurare i loro doveri di cura della casa e della prole. I contrari hanno vinto con circa il 74% delle preferenze.