Do Kwon, il fondatore della stablecoin Terra, fallita nel maggio del 2022, sarà estradato in Corea del Sud. Questa è l’ultima decisione arrivata nella vera e propria saga che si è creata intorno alla clamorosa vicenda che ha ingoiato decine di miliardi di dollari, con il crac di quello che sembrava il nuovo Bitcoin.

Se questa è la decisione assunta dall’Alta Corte del Montenegro, non è però detto che sia quella definitiva. Gli Stati Uniti, infatti, “…continuano a chiedere l’estradizione di Kwon in conformità con gli accordi internazionali e bilaterali pertinenti e con la legge montenegrina”. Ad affermarlo è stato il Department of Justice, in una nota emanata dopo la decisione pubblicata da Bloomberg.

Si preannunciano quindi altri colpi di scena, mentre il creatore di Terra sta per concludere il suo periodo di permanenza nel carcere di Spuž. Una condanna erogata per l’utilizzo di un passaporto falso per entrare nel Paese.

Una vera e propria battaglia legale

Quella tra i pubblici ministeri di Corea del Sud e Stati Uniti è una vera propria battaglia legale. Do Kwon, infatti, deve affrontare accuse in entrambi i paesi in relazione al collasso dell’ecosistema di Terra nel 2022, quando la stablecoin algoritmica ha perso il suo ancoraggio con il dollaro statunitense. Dopo il fallimento dell’azienda, l’effetto contagio si è propagato all’interno sistema criptovalutario, innescando fallimenti a catena. Proprio dopo l’evento è iniziato il ciclo ribassista del mercato che è terminato soltanto da poco.

Nel crollo di Terra sono rimasti coinvolti un gran numero di investitori, che hanno perso miliardi di dollari. Si calcola che siano non meno di 60 quelli ingoiati nel buco creato, senza alcuna possibilità di riaverne indietro almeno una parte. Non stupisce eccessivamente, quindi, che Stati Uniti e Corea del Sud, i Paesi maggiormente colpiti dall’evento, si contendano Il maggiore protagonista della vicence.

Quali sono le accuse nei confronti di Do Kwon?

Le accuse mosse sia negli Stati Uniti che in Corea del Sud sono relative alla violazione delle regole sui mercati dei capitali. Accuse che in entrambi i Paesi sono giudicate con estrema severità e che potrebbero portare Do Kwon in cella per svariati decenni. Ad affermarlo con decisione è stato un membro dell’ufficio investigativo che si occupa di reati collegati alla criminalità finanziaria nel Paese asiatico.

Negli Stati Uniti, in particolare, il creatore di Terra si troverebbe a dover affrontare un processo penale federale a New York, e una causa intentata dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. Questo secondo procedimento andrà avanti anche in contumacia, nel caso in cui la battaglia legale tra i due Paesi dovesse veder soccombere gli Stati Uniti.

Le precedenti tappe della vicenda

La vicenda relativa a Do Kwon si sta rivelando una vera miniera di colpi di scena. L’estradizione del fondatore di Terra negli Stati Uniti è stata finora approvata due volte da un tribunale di grado inferiore, prima di essere revocata dalla corte d’appello. A motivare lo stop è stato il fatto che la corte di grado più alto ha ritenuto infondata la decisione con la quale era stata ritenuta arrivata prima la richiesta statunitense.

Un’interpretazione che è stata smantellata dall’esame della cronologia relativa all’arrivo delle comunicazioni di posta elettronica. A differenza di quanto sostenuto dall’Alta Corte di Podgorica, la Corte d’Appello ha ritenuto che la richiesta sudcoreana fosse arrivata prima.

Nel frattempo, un gruppo di investitori sudcoreani di Terra coinvolti nel fallimento di Terra ha deciso di appoggiare l’estradizione di Do Kwon negli Stati Uniti. In una  dichiarazione pubblicata online, hanno affermato che in tal modo il connazionale dovrà affrontare una “giusta punizione” negli Stati Uniti. A motivare la richiesta le elevate possibilità che la condanna inflitta in patria possa essere ridotta in un processo di appello.