Prima le giovanili, poi la prima squadra e dopo aver appeso gli scarpini al chiodo anche la carriera da allenatore e da dirigente. Tutto con gli stessi colori, quelli del Napoli. Stiamo parlando di Raimondo Marino, un jolly per i suoi mister, un calciatore universale da poter utilizzare, quasi dappertutto, in caso di emergenza. Per commentare il momento della squadra di Calzona, ripartendo dall’anticipo della 28° gironata di Serie A, andato in scena ieri al Maradona, Napoli-Torino, Marino è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Napoli-Torino, Marino a Tag24

Con l’arrivo di Calzona qualcosa nella testa dei giocatori del Napoli è cambiata, ma per tornare in corsa per la Champions League servirà, da qui alla fine dell’anno, qualcosa di più. Contro il Torino gli azzurri non vanno oltre l’1 a 1, ma ieri sera al Maradona la prestazione non è mancata. Questa squadra è tornata a giocare a pallone, ora si diverte e sta ritrovando entusiasmo e i segnali positivi sono evidenti, ma non si potranno più fare passi falsi se si vorranno recuperare i punti che distaccano al momento i partenopei dalle avversarie davanti. Raggiungere il quarto o il quinto posto è difficile, ma non impossibile. L’impegno in campionato di ieri è stato archiviato, ora è tempo di pensare alla Champions. In settimana la gara da dentro o fuori contro il Barcellona. Per commentare il momento, ripartendo da Napoli-Torino, Marino è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Ieri sera contro il Torino il Napoli ha perso l’occasione per rilanciarsi completamente in corsa Champions?

“Si può dire di sì, ma la cosa fondamentale è che con l’arrivo del nuovo allenatore la squadra ha ricominciato a girare. La verità è che i giocatori non avevano accettato il cambio in panchina e l’addio di Spalletti. È l’unica spiegazione che ci possiamo dare rispetto al cambiamento a cui stiamo assistendo, altrimenti sarebbe stato impossibile vedere una trasformazione simile in così poco tempo. Questo vuol dire che l’allenatore che è arrivato adesso sa gestire benissimo la mente dei calciatori”.

Effettivamente si sta vedendo un gioco completamente diverso. Come ha fatto in così poco tempo?

“Il Napoli adesso gioca e fa divertire. Evidentemente né Garcia né Mazzarri sapevano come prendere questo gruppo mentre Calzona era già nel loro cuore. Io l’ho detto subito quando c’è stato il primo esonero che non sarebbe cambiato nulla e probabilmente sarebbe stato lo stesso anche se fosse arrivato uno del calibro di Ancelotti. Ora i giocatori hanno trovato la persona giusta, si trovavano già bene con lui e ora sono più tranquilli”.

Col senno di poi la società ha sbagliato? Poteva pensare a una soluzione del genere prima?

“Secondo te uno come Spalletti perchè avrebbe lasciato una piazza come Napoli? Per stare fermo? Non ci dimentichiamo che se Mancini non avesse accettato l’Arabia Saudita lui non avrebbe avuto la squadra da allenare. Questo significa che c’è qualcosa che non va all’interno del club, evidentemente il presidente vuole comandare anche sull’allenatore. Questa è la sensazione che ho dall’esterno. Non ho mai visto nessuno lasciare una città come Napoli a cuor leggero. È un ambiente straordinario, con uno stadio sempre pieno e con un calore imparagonabile a qualunque altra squadra. Questo vuol dire che qualcosa non andava e chiunque altro, al posto di Spalletti, avrebbe comunque fatto male”.

L’ipotesi Calzona è percorribile anche per il futuro?

“Dipende da quello che vorrà fare De Laurentiis e da nient’altro. Una piazza come Napoli non è semplice da gestire. Ho sentito fare più volte il nome di Conte, ma se finora ha rifiutato un motivo ci sarà. Non sarebbe neanche semplice il rapporto tra l’allenatore e il presidente, considerando il carattere di entrambi. Vi ricordate quando De Laurentiis ha voluto fare per forza il ritiro? I calciatori si sono rifiutati e Ancelotti si è trovato da solo. In casi del genere dovrebbe comandare solo l’allenatore”.

È un Napoli ormai troppo attardato per la corsa Champions oppure c’è ancora tempo?

“Penso che sia un traguardo ancora possibile perché adesso ho visto una squadra viva. Questi ragazzi ora sono pimpanti, aggressivi e con Mazzarri non avevo mai visto una risposta del genere. Ci sono tante cose da tenere in considerazione, a partire dall’impegno in Champions”.

A proposito di Champions, contro il Barcellona il Napoli può passare il turno?

“Secondo me sì, ma ovviamente dipenderà tutto dai calciatori. L’allenatore è un regista, ma gli attori principali sono proprio loro”.

Stanno tornando al loro livello anche Osimhen e Kvaratskhelia?

“Hai fatto i due nomi principali perché loro sono i due calciatori più forti, quelli che possono trascinare tutta la squadra. Finalmente giocano con più tranquillità e soprattutto rischiano il dribbling. Fino a poco tempo fa non glielo vedevo fare mai e ora possono tornare ad essere decisivi”.