Non tutti i risparmiatori hanno dimestichezza con gli strumenti bancari e finanziari. Questo spinge molti a mantenere gran parte dei propri risparmi sul conto corrente, evitando gli investimenti.

Quanti soldi sul conto per stare tranquilli?

Quanto è consigliabile mantenere sul proprio conto? La regola consolidata suggerisce di mantenere il quadruplo delle spese mensili ordinarie, aggiungendo circa un migliaio di euro per coprire eventuali imprevisti.

Questo riferimento non include tutte le spese, ma si limita a quelle essenziali, come bollette, mutuo, abbonamenti ai mezzi pubblici, spese alimentari e costi di base per il tempo libero. Pertanto, se una famiglia ha una spesa mensile di 1.250 euro, dovrebbe mantenere circa 4.750 euro sul proprio conto.

Perché è meglio investire che lasciare i soldi sul conto?

Secondo Bankitalia, in media, ogni conto corrente conserva circa 15.000 euro. Tuttavia, nel 2022, con un 8,1% di inflazione, quei 15.000 euro depositati il 1 gennaio di quell’anno valevano 1.215 euro in meno in termini di potere d’acquisto entro il 31 dicembre.

A ciò si aggiungono i costi di gestione del conto: nel 2023, con un aumento dei prezzi tra l’8% e il 26%, i costi ammontavano a 28-154 euro all’anno, rispetto al 2022.

Sul versante fiscale, per importi superiori a 5.000 euro, è previsto il pagamento di un’imposta di bollo annuale di 34,2 euro, a cui si sommano l’erosione inflattiva e le spese di gestione.

Da considerare anche il rischio associato (il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi copre solo fino a 100.000 euro per intestatario) e la perdita di opportunità di guadagno investendo parte dei risparmi, compensando almeno una parte del valore perso a causa dell’inflazione.

Considerando tutti questi elementi, è giusto domandarsi: quanto dei propri risparmi conviene tenere sul conto, considerando inflazione, tasse e altri fattori?

Se si ha a disposizione un capitale più di 4 volte superiore a quello necessario per coprire le spese ordinarie mensili, è opportuno pensare di ricorrere a strumenti di investimento. Per coloro che non desiderano o non sanno affrontare investimenti azionari (in caso di tentazione in questa direzione senza competenze, è consigliabile consultare un consulente finanziario, spesso fornito anche dalle banche), un percorso più accessibile consiste nei conti deposito, nei titoli di Stato (specialmente quelli a scadenza breve), nei buoni fruttiferi o nei libretti postali, nei fondi pensione e in alcuni tipi di polizze assicurative.