Fondi pensione o BTP Valore: quale scegliere per garantire una pensione integrativa futura sicura? Riceviamo numerose domande sulle opzioni riguardanti la pensione integrativa futura. Molti cercano un investimento sicuro che protegga le risorse finanziarie dall’inflazione e che, soprattutto, garantisca il capitale. Vediamo le principali differenze tra l’investimento in Fondi pensione e BTP Valore.
Fondi pensione o Btp Valore
Non è cosa da tutti i giorni pensare di investire in un fondo pensione o in BTP Valore. La verità è che, persa la fiducia nel sistema previdenziale italiano, non resta che optare per un’alternativa per integrare la propria rendita. Ci sono più di un buon motivo per aderire a un piano di investimento per il futuro, anche utilizzando il proprio TFR accantonato in azienda.
Nell’ultimo ventennio, molti lavoratori italiani hanno aderito ai fondi pensione per ottenere un doppio assegno una volta raggiunta l’età pensionabile o anche per anticipare il percorso previdenziale.
Fortunatamente, al giorno d’oggi, per investire nel proprio futuro previdenziale non si deve necessariamente scegliere solo tra i fondi pensione; il panorama previdenziale può essere arricchito con una varietà di investimenti.
Fondi di previdenza integrale
Gli investitori italiani, quasi per tradizione, aderiscono al fondo pensione negoziato dall’azienda in cui viene stabilito il rapporto di lavoro. In particolare, molti sono indecisi se orientare il flusso di denaro del TFR nel fondo o lasciarlo accumulare per poi ricevere l’intero importo.
I dubbi ruotano attorno alla validità futura della pensione integrativa e su quanto potrà effettivamente migliorare la situazione del lavoratore. La questione è piuttosto delicata, anche perché riguarda i rendimenti offerti dai fondi pensione. Quando ci si unisce a un fondo pensione integrativa, ciò che avviene immediatamente è la perdita della disponibilità del denaro, poiché viene investito per un periodo medio-lungo. Solitamente, i fondi pensione sono istituiti per gestire il denaro del TFR fino al momento del pensionamento.
Molti aderiscono a tali fondi per beneficiare in futuro di una doppia rendita, ovvero la pensione ordinaria e quella integrativa. Questo perché affrontare la vita da pensionato con un solo trattamento economico potrebbe risultare molto complicato a causa dell’importo modesto degli assegni.
D’altro canto, bisogna considerare che trasferire il proprio TFR nel fondo anziché lasciarlo nella disponibilità dell’azienda potrebbe garantire una maggiore tutela degli interessi del lavoratore.
Btp valore per una rendita garantita dallo Stato
Sul fronte degli investimenti, i BTP Valore non deludono le aspettative dei mercati e degli investitori. I titoli di Stato potrebbero rappresentare un’alternativa ai Fondi pensione. Secondo quanto riportato su investireoggi.it, i BTP a dieci anni consentono di ottenere un tasso d’interesse di circa il 3,56%. Tuttavia, gli strumenti ideali per contrastare l’inflazione sono i BTP Valore o i CCTEU.
L’ultima emissione del BTP Valore con scadenza nel 2030, ad esempio, garantisce una cedola trimestrale basata su una progressione crescente. Nei primi tre anni viene garantito un tasso del 3,25%, che poi sale al 4%.
Supponendo di avere un TFR di circa 100.000 euro, investire in BTP Valore potrebbe generare un guadagno aggiuntivo di circa 3.625 euro fino al 2030. Alla scadenza, il BTP Valore verrà rimborsato integralmente, quindi il capitale tornerà al lavoratore che potrà decidere di rinnovare l’investimento in tutto o in parte. Inoltre, i titoli di Stato possono essere venduti anticipatamente in base alle esigenze del lavoratore.
La differenza più significativa tra i BTP Valore e i fondi pensione integrativi riguarda la disponibilità del denaro investito. Con la pensione integrativa, il beneficiario se opta per la pensione integrativa non ha accesso al capitale accumulato nel corso degli anni e la rendita cessa in caso di decesso del titolare, non essendo reversibile ai superstiti. Invece, i titoli di Stato sono reversibili, quindi passano ai beneficiari in caso di decesso del titolare