La sinfonia melodica targata Roma ha un suo elemento che sta continuando ad andare avanti di Do minore, ovvero Tommaso Baldanzi. Ovviamente non è una voce fuori dal coro, anzi. Ma l’aspettativa era quella di un andante in maggiore, che ora come ora non riesce a recitare lo spartito dall’inizio alla fine così come ad Empoli, dove il suo peso specifico si sentiva eccome.

Che l’età sia dalla sua è un dato di fatto, questo è chiaro, ma ciò non toglie che il salto in avanti dal classe 2003 ad oggi sia stato avaro di emozioni. Poco minutaggio che non gli permette di trovare continuità, e questo problema rischia di ripercuotersi anche a livello di Nazionale.

Tommaso Baldanzi e quei pochi minuti alla Roma

Si parte da un presupposto. La Roma con Tommaso Baldanzi ha deciso di portare avanti un investimento per il futuro, e fin qui tutto bene. E’ chiaro che per far si che questa crescita possa avvenire nei dovuti tempi, il guadagnare minuti è condicio sine qua non.

Ma seguendo questo ragionamento, ecco che esce fuori il problema del trequartista, ovvero che a Roma il campo lo sta guardando principalmente da fuori, dovendosi accontentare solamente delle briciole. I numeri parlano chiaro da questo punto di vista: da quando Baldanzi ha messo piede nella Capitale, è riuscito a racimolare solamente 4 presenze in campionato di cui una sola da titolare (in Frosinone-Empoli), per il resto sono stati scampoli di partita. Il totale? Solamente 43 minuti giocati.

Se si aggiungono anche le partite di Europa League, non è che le cose migliorino, dato che lì giocatore ha visto il campo in tutte le partite con in panchina De Rossi, ma da subentrato, per un totale di 36 minuti giocati. Mettendo insieme il minutaggio relativo al campionato si arriva a 79 minuti, meno di quelli giocati contro il Frosinone dove uscì all’82’, e non abbastanza per raggiungere i 90 minuti canonici di una partita.

Ad Empoli la solfa era decisamente differente: 18 presenze con due gol all’attivo, nonostante alcuni problemi fisici che lo hanno portato a saltare alcune partite, ma sopratutto la consapevolezza di essere un punto di riferimento per la manovra offensiva toscana, cosa che a Roma non sta succedendo.

Occhio alla Nazionale

L’obiettivo di Tommaso Baldanzi non è mai stato quello di arrivare a Roma e ottenere i gradi di titolare per fare subito la differenza, complice ovviamente la presenza di nomi come Dybala e Pellegrini. Da loro si può solo che imparare, ma è chiaro che qualche minuto in più Tommaso forse se lo aspettava. “E’ stato comprato per essere un futuro titolare della Roma e potenzialmente anche della Nazionale”, le parole di De Rossi tempo fa, un chiaro messaggio.

Ma si cresce solamente giocando, e a Roma questo non sta avvenendo con la giusta continuità. Il tempo è dalla sua, ma c’è anche il rischio che alcuni treni possano scappare. Questo se si parla di Italia. Il perchè è presto detto: l’infortunio di Berardi è una grana capitata all’improvviso al ct Luciano Spalletti, chiamato a trovare un valido sostituto. Tra i vari nomi spicca anche quello di Baldanzi stesso, che ovviamente non è la prima scelta, ma con abbastanza frecce al suo arco per convincere il tecnico di Certaldo.

Sicuramente non le presenze nella Nazionale maggiore, visto che l’unica convocazione fu dell’allora ct Roberto Mancini per uno stage pre Europeo 2020, troppo poco da questo punto di vista. L’unico modo per convincerlo sarebbe quello di giocare e giocare ancora, mostrando di poter valere una chiamata per l’Europeo in Germania. Ma fatti alla mano, questa sembra essere una speranza remota. Anzi, lontana lontana. Lontanissima.