L’8 marzo 2024 al Quirinale è stato all’insegna dell’arte e della cultura, ambiti in cui il contributo delle donne è stato “troppo spesso trascurato o addirittura ignorato”, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento alla fine della cerimonia per la Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, quest’anno dedicata a: “Donne dell’Arte”.

La cerimonia, aperta dalla proiezione di un video di Rai Cultura dal titolo “Lavinia e Artemisia, donne pittrici del ‘600”, è stata condotta da Teresa Saponangelo.

Festa della donna 2024, Mattarella: “Ancora inaccettabili molestie e discriminazioni contro le donne”

Nella giornata in cui in tutto il mondo si celebrano i diritti delle donne, il presidente Sergio Mattarella ha ricordato la tragica vicenda di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa dal fidanzato che non si rassegnava alla fine della loro storia, per ricordare il sacrificio di tante donne vittime di violenza e di abusi.

La storia di Giulia, che ha commosso tutto il Paese, è uguale a quella delle altre 118 vittime di femminicidio in Italia nel 2023. Una mattanza contro cui il presidente Mattarella ha avuto parole di condanna che suonano come un monito a fare di più per tutte le parti coinvolte.

“Come non ricordarne le vittime nei tanti femminicidi, anche in giorni recenti? Come non ricordare, per tutte, Gulia Cecchettin, la cui tragedia ha coinvolto nell’orrore e nel dolore l’intera Italia?”

Il Capo dello Stato ha sottolineato come ci sia una “nuova primavera” per la presenza delle donne nella vita pubblica, nella società e nella cultura, ma come purtroppo ancora troppo frequenti sono episodi di

Mattarella: “Le dittature promuovono cultura di Stato”. Meloni: “Mai condiviso una certa censura della sinistra”

E’ la cultura è stata uno dei temi centrali del discorso del Capo dello Stato che si è soffermato sull’importanza di tutelare la libertà di arte e scienze, perché solo le “dittature” limitano tali libertà promuovendo “arte di stato”.   

“L’arte è libertà. Libertà di creare, libertà di pensare, libertà dai condizionamenti. Risiede in questa attitudine il suo potenziale rivoluzionario: e non è un caso che i regimi autoritari guardino con sospetto gli artisti e vigilino su di loro con spasmodica attenzione, spiandoli, censurandoli, persino incarcerandoli.”

Ha dichiarato Mattarella che poi ha aggiunto

“Le dittature cercano in tutti i modi di promuovere un’arte e una cultura di Stato, che non sono altro che un’arte e una cultura fittizia, di regime, che premia il servilismo dei cantori ufficiali e punisce e reprime gli artisti autentici”.

Dichiarazioni ha cui sono seguite le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che rispondendo ai giornalisti a margine della cerimoni ha confermato il suo “no” ad una cultura di stato, ma ha ribadito anche il no alla censura di sinistra.

“Sono d’accordo, per questo non ho mai condiviso una certa censura che la sinistra italiana ha lungamente fatto di tutti quelli che non erano d’accordo con loro”.