Nei fringe benefit del 2024 rientrano anche l’affitto, gli interessi sul mutuo della prima casa e le bollette per le utenze domestiche: arrivano dall’Agenzia delle entrate le ultime istruzioni su come considerare i premi riservati ai lavoratori alle dipendenze e i limiti degli importi spettanti.
La circolare dell’amministrazione fiscale fa anche il punto su quali siano gli effetti delle nuove misure di welfare aziendale. Nella stessa comunicazione, infatti, l’Agenzia entra nel merito anche sul trattamento integrativo speciale riservato ai lavoratori del settore del turismo, ricettivo e termale, e gli effetti fiscali relativi al riscatto dei contributi non coperti da retribuzione (pace contributiva 2024 e 2025).
Tutte le misure di cui parla l’Agenzia delle entrate rientrano nelle novità della legge di Bilancio 2024 (legge 213 del 2023) e dal decreto Anticipi (Dl 145 del 2023).
Fringe benefit 2024, nei premi anche affitto, mutuo prima casa e bollette: ultime istruzioni
Arrivano novità in merito ai fringe benefit, il welfare aziendale che nel 2024 può arrivare fino a 2mila euro per ciascun lavoratore alle dipendenze. Nei premi rientrano anche il canone di affitto e la copertura degli interessi sul mutuo sulla prima casa. Le istruzioni arrivano dall’Agenzia delle entrate su quanto prevede la legge di Bilancio 2024 (legge numero 213 del 2023).
I bonus esentasse dei fringe benefit, dunque, possono essere applicati nel 2024 dai datori di lavoro ai propri dipendenti per il pagamento delle bollette domestiche, per l’affitto e per gli interessi sul mutuo della prima casa. Il tetto entro il quale il datore di lavoro può riconoscere beni e servizi esentasse a favore dei propri dipendenti sale dai 258,23 euro dello scorso anno ai 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figli e a 2mila euro per i dipendenti con figli a carico del 2024.
In tutti questi casi, si fruisce dei bonus – come chiarisce l’Agenzia delle entrate nella circolare 5 del 7 marzo 2024 – anche sei i contratti sono intestati al coniuge o a un altro familiare del dipendente.
Fringe benefit 2024, premi e prestiti a favore del dipendente
Oltre a interessi sul mutuo, canoni di affitto e bollette per le utenze di energia elettrica, gas e acqua, i fringe benefit, l’amministrazione fiscale fornisce chiarimenti al fine di determinare il compenso in natura nel caso di prestiti concessi al lavoratore, con particolare riguardo al tasso ufficiale di riferimento (Tur) e sulla riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato dal 10 per cento al 5 per cento.
Bonus orario straordinario dipendenti settore turismo, ultime novità
Nella stessa circolare del 7 marzo 2024, l’Agenzia delle entrate torna anche sul nuovo trattamento integrativo per alcune categorie di lavoratori alle dipendenze, ovvero sui dipendenti di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, del settore turistico, inclusi i lavoratori degli stabilimenti termali.
La conversione del decreto legge “Anticipi” (Dl 145 del 2023) riconosce un trattamento integrativo per gli straordinari effettuati tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2024 nelle giornate festive o nelle ore notturne. A questi lavoratori – con reddito 2023 entro i 40mila euro – si riconosce un trattamento integrativo del 15% per le ore lavorate nei periodi descritti.
L’agevolazione si calcola sulla retribuzione lorda corrisposta sul lavoro straordinario. Il bonus deve essere versato dal datore di lavoro – nelle vesti di sostituto d’imposta – a partire dalla prima retribuzione utile, in ogni caso, entro il termine delle operazioni di conguagli di fine 2024. Il datore di lavoro deve indicare l’importo del trattamento integrativo speciale anche nella Certificazione unica (CU) per il periodo d’imposta 2024.
Pensioni, onere pace contributiva: quando può pagarlo il datore di lavoro?
Infine, la circolare dell’Agenzia delle entrate fa riferimento anche sugli effetti fiscali relativi alla pace contributiva per le future pensioni, introdotta per i soli anni 2024 e 2025, al fine di coprire i periodi privi di versamenti previdenziali presso l’Inps nel limite di cinque anni. A tal proposito, l’amministrazione fiscale chiarisce che il lavoratore possa richiedere al proprio datore di lavoro di sostenere l’onere del riscatto usando i premi di produzione spettanti in qualità di dipendente.