“La distanza con i 5 stelle è incolmabile”, a poche ore dalla chiusura della Campagna Elettorale in Abruzzo, non mancano i colpi di scena, stavolta da parte di Carlo Calenda. Per il leader di Azione “Giuseppe Conte non è un progressista ma un populista che sta in una coalizione che appoggia un candidato che non è suo”.

Calenda (Azione): “Il nostro appoggio a D’Amico perché è competente, la politica non è un televoto di Sanremo”

Nonostante i ‘distinguo’ dell’ex Ministro con il leader resta però l’appoggio del suo Partito al candidato di Centro-sinistra D’Amico:

“In Abruzzo c’è un candidato che ha dimostrato di sapere amministrare benissimo un’Università, e ha risanato l’azienda di trasporti, un bravo candidato presidente e si parla di temi regionali. La competenza viene prima di tutto, altrimenti la politica non serve a niente, si riduce al televoto di Sanremo. Quello di domenica è un voto assolutamente locale, è un voto su chi potrà meglio governare l’Abruzzo”.

Siracusano (FI): “La Sinistra si vergogna dei suoi alleati”

Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia, su SkyTg24, ha commentato i ‘distinguo’ di Calenda:

“Il centrosinistra in Abruzzo si presenta con un campo larghissimo, e poi i singoli partiti si vergognano degli alleati. Sono insieme nelle schede elettorali e poi nella migliore delle ipotesi si ignorano. Il centrodestra è unito, compatto su Marco Marsilio, rivendichiamo il buon lavoro fatto dal governatore in questi anni e siamo certi che domenica vincerà per il bene dell’Abruzzo e degli abruzzesi”.

Foti (FdI): “Tutta la Sinistra insieme solo per le Poltrone”

La nuova polemica sull’Abruzzo adesso riguarda la coalizione che appoggia il candidato Luciano D’Amico, a far leva su questi screzi è il deputato di Fratelli D’Italia, Tommaso Foti che in un’intervista a Il Tempo attacca il Centro-sinistra:

“Questa tornata ha una grandissima valenza locale. I nostri territori, la loro amministrazione sono prioritari per il centrodestra. Ma Sardegna prima, Abruzzo ora e Basilicata alla fine di aprile vanno analizzate nel contesto specifico. Il tentativo di questa politicizzazione da parte della sinistra dimostra la sua fragilità. Pur di provare a vincere si sono messi assieme Conte con Renzi, Elly Schlein, Fratoianni e persino Calenda”.

Foti, come Giorgia Meloni ribadisce che il candidato Marsilio è abruzzese da sette generazioni non manca poi di continuare ad attaccare:

“Questa sinistra non è in grado di portare avanti un’opposizione efficace, come dimostrano i mille distinguo nei voti alla Camera e al Senato. Impensabile siano in grado di governare l’Abruzzo. Saranno costretti, obtorto collo, a reggere fino alle europee. Sia chiaro, questa non è un’operazione politica ma finalizzata solo al raggiungimento del potere. Vi sono, è bene ricordarlo, le nomine nelle società pubbliche. E la sinistra vuole dimostrare di contare qualcosa alle persone che ha piazzato. L’unico cemento sono le poltrone. In Sardegna come in Abruzzo i leader nazionali non si presentano ai comizi finali delle campagne elettorali perché non riuscirebbero a mettersi d’accordo nemmeno su chi parla per primo”. 

Rampelli (FdI): “Da Schlein nata in Svizzera campanilismo discriminatorio”

Ultimi contraccolpi anche sulla polemica nata dal cosiddetto ‘pendolarismo’ dell’attuale Governatore Marsilio. Dal palco di Chieti il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli attacca la Segretaria del Pd:

“Elly Schlein è nata in Svizzera, con cittadinanza americana, figlia di quell’élite cosmopolita, quasi apolide, lei che neppure sa se la carbonara si faccia con il guanciale o la pancetta e confonde l’arrosticino con la ‘raclette’. Lei, neppure iscritta al Pd di cui ora è segretaria, pretende di dare lezioni al governatore Marco Marsilio, abruzzese da cinque generazioni seppure nato a Roma, passando in modo patetico dall’internazionalismo radical chic al campanilismo più becero e involuto, come se cambiasse colore su suggerimento dell’armocromista. Ma per favore…”