Se la richiesta di pagamento di una bolletta giunge oltre due anni dalla scadenza della fattura (e non rientra nei casi in cui la prescrizione è ancora di cinque anni), il fornitore non ha il diritto di richiedere il pagamento.

Se la richiesta riguarda invece una fattura emessa negli ultimi due anni, la richiesta è legittima, e l’omissione di pagamento può portare prima alla notifica di mora e successivamente, dopo l’invio della raccomandata con il termine ultimo per il pagamento, alla sospensione del servizio, secondo le tempistiche e le modalità stabilite dalla legge.

Come si fa la contestazione per una bolletta in prescrizione?

Se la richiesta di pagamento riguarda una fattura ormai prescritta, spetta all’utente contestare i termini, preferibilmente tempestivamente, da soli o tramite un avvocato.

Ora esaminiamo cosa comporta effettivamente eccepire la prescrizione delle bollette. Potrebbe sembrare più facile a dirsi che a farsi. In realtà, l’utente non deve compiere alcuna azione. Il fatto che il credito sia scaduto lo protegge da possibili azioni legali. Teoricamente, il consumatore potrebbe anche scegliere di non rispondere alla richiesta di pagamento di una vecchia bolletta prescritta. Questo si fa principalmente per evitare successive telefonate, diffide e richieste di pagamento per la stessa posizione. Quindi, vediamo come si contesta la prescrizione delle bollette.

Tutto ciò che devi fare è inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla società di energia elettrica, gas o acqua, indicando che il credito vantato è ormai prescritto. Se non vuoi affrontare i costi di una raccomandata e non desideri fare la fila all’ufficio postale, puoi spedirla tramite posta elettronica certificata (PEC), se disponibile, o utilizzare un fax.

Che succede se la società continua a richiedere i pagamenti?

Se, nonostante la tua contestazione, la società di energia, telefono o gas continua a insistere per il pagamento di bollette prescritte, è importante considerare questo aspetto. È improbabile che si intraprenda un’azione legale per un credito di poche decine di euro. Per intentare una causa o richiedere un decreto ingiuntivo contro di te, il creditore dovrebbe avviare un procedimento legale, sostenere i costi iniziali, remunerare l’avvocato e notificarti un atto legale: questa procedura è particolarmente costosa. Le spese superano di gran lunga il valore di una bolletta media di luce. Pertanto, spesso le società fornitrici, dopo le diffide, evitano azioni legali, specialmente se riconoscono la prescrizione. Possono utilizzare società esterne di recupero crediti tramite call center per esercitare una certa pressione psicologica sul debitore, ma di solito si fermano a questi mezzi. In ogni caso, anche in presenza di azioni legali, il debitore può sempre difendersi sostenendo la prescrizione della bolletta, senza la necessità di dimostrare il pagamento.