Cinque ministri in campo. E per la chiusura si raddoppia con diversi governatori. Il centrodestra schiera la squadra titolare per spingere il Marsilio-bis cooptando anche Francesco Acquaroli (Marche), Francesco Roberti (Molise), Donatella Tesei (Umbria) e Francesco Rocca (Lazio). E’ fibrillazione elettorale con le le forze politiche impegnate una campagna elettorale senza precedenti in Abruzzo. Le speranze riaccese nel centrosinistra hanno spinto la compagine di governo ad accelerare il ritmo: sono scesi sul terreno i ministri Lollobrigida, Valditara, Casellati, Locatelli oltre al vicepremier Salvini. Si tratta di ministri con competenze attive e funzionali in una regione che sull’agricoltura costruisce un importante pezzo di pil, che nella scuola ha un punto spesso dolente dopo le vicende del dimensionamento e dell’autonomia, e che nelle politiche sociali e della disabilità ha un nervo scoperto. Salvini a Ortona nella Capitaneria di Porto ha presenziato ad una riunione tecnica sul porto, uno dei grandi investimenti sulle infrastrutture che si sta realizzando in Abruzzo. Qui gli imprenditori gli hanno chiesto di vigilare sui fondi a disposizione, 100 milioni di euro, e accelerare sulla progettazione che permetterà a Ortona di raddoppiare la capacità di carico delle navi, da 15 mila a 30mila tonnellate, facendone l’unico con queste capacità tra Bari e Ancona, strategico per l’automotive della Val di Sangro oltre allo sviluppo della ferrovia.

Elezioni, in Abruzzo risultato in bilico

Salvini si è recato anche in Molise per firmare l’accordo per il via ai lavori di recupero del Viadotto Sente che collega questa regione all’Abruzzo, opera strategica per la viabilità e chiusa dal 2018. Qui manca l’avvio del primo lotto dei lavori di messa in sicurezza, dal valore di 9 milioni di euro, con la firma di una convenzione tra Provincia e Anas.si tratta di un lavoro complessivamente stimato in 50 milioni di euro. Ma forse la parte del leone l’ha svolta Lollobrigida, che ha lusingato il settore agricolo tanto da affermare che “L’Abruzzo è tornata ad essere regione centrale che non viene considerata marginale all’interno dell’economia italiana. Una regione che aveva già delle straordinarie potenzialità e che forse venivano sfruttate meno di quanto si potesse”.