L’opzione di ritardare l’uscita dal mondo del lavoro e accumulare un consistente numero di anni di contributi offre innegabili vantaggi ai pensionati. Optare per la pensione di vecchiaia dopo aver compiuto 67 anni, con un’anzianità contributiva che mediamente si attesta tra i 40 e i 45 anni, garantisce un assegno mensile più sostanzioso rispetto a chi accede alla pensione con un periodo contributivo inferiore.

Molti lavoratori preferiscono posticipare il più possibile il pensionamento, scegliendo la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata ordinaria, accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica. Questa scelta, tuttavia, era in passato limitata dalle penalizzazioni che influivano negativamente sull’importo dell’assegno previdenziale.

Quanto si prende di pensione con 43 anni di contributi?

Con le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio del 2017, le penalizzazioni sono state eliminate, ma accedere alla pensione anticipata ordinaria ha comunque un costo. L’importo della pensione è calcolato considerando anche l’età del pensionato, e ritirarsi con un’età inferiore ai 67 anni comporta un assegno più basso.

Scegliere la pensione anticipata con 43 anni di contributi e un’età inferiore ai 67 anni, sebbene ora priva delle penalizzazioni del passato, potrebbe non essere la scelta più conveniente. In questo scenario, si verserebbero meno anni di contributi, e il coefficiente di trasformazione più basso porterebbe a un assegno mensile inferiore rispetto a chi sceglie di attendere l’età legale del pensionamento.

Esaminiamo ora quali potrebbero essere le prospettive per chi decide di andare in pensione con 43 anni di contributi, valutando le opzioni della pensione anticipata ordinaria e della pensione di vecchiaia.

Pensione anticipata ordinaria

Consideriamo un lavoratore di 64 anni, con un’anzianità contributiva di 43 anni, desideroso di ritirarsi senza attendere il compimento dei 67 anni. Con uno stipendio annuo di circa 25.000 euro lordi, il futuro pensionato potrebbe accedere alla pensione anticipata ordinaria, ottenendo un assegno mensile di 1.165 euro netti, rispetto a uno stipendio di 1.333 euro.

Questo importo rappresenterebbe una pensione significativa, specialmente confrontato con chi non raggiunge i 1.000 euro al mese o addirittura si colloca al di sotto del trattamento minimo.

Tuttavia, effettuando un rapido calcolo, se il lavoratore decidesse di prolungare la carriera fino ai 67 anni, con tre anni di contributi aggiuntivi, potrebbe beneficiare di una pensione superiore a 1.330 euro netti al mese, in confronto a uno stipendio mensile di 1.413 euro.

Pensione di vecchiaia

Cambiamenti minimi si riscontrano invece aumentando l’età del lavoratore a 67 anni, mantenendo costante la retribuzione annua e l’anzianità contributiva. Nel caso di accesso alla pensione di vecchiaia con 43 anni di contributi, il calcolo approssimativo suggerisce che il lavoratore potrebbe ricevere una pensione di poco meno di 1.200 euro netti al mese.