Nel nostro sistema previdenziale, sono previste diverse alternative per l’accesso alla pensione, considerando sia il solo requisito contributivo (come nella Pensione Anticipata Ordinaria o nella Quota 41 per lavoratori precoci), sia il requisito anagrafico associato all’anzianità contributiva (come nella Pensione di Vecchiaia, Quota 102, Opzione Donna, e Ape Sociale). Prima di approfondire il calcolo potenziale dell’assegno previdenziale basato su età, anni di contributi e montante contributivo, è fondamentale chiarire le opzioni disponibili per accedere alla pensione con un totale di 42 anni di contributi.
Con questa anzianità contributiva, è possibile richiedere la Pensione di Vecchiaia (purché si abbia raggiunto l’età di 67 anni) o optare per due forme di pensione anticipata: la Pensione Anticipata Ordinaria (richiedendo 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne) e la Quota 41 per i lavoratori precoci (riservata a specifiche categorie di lavoratori che abbiano accumulato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni).
Quanto si prende di pensione con 42 anni di contributi?
Dopo aver esaminato le opzioni previdenziali disponibili con 42 anni di contributi, analizziamo ora l’importo della pensione che si può percepire con tale anzianità contributiva.
Pensione anticipata ordinaria
Supponiamo di avere un lavoratore di 65 anni con 42 anni e 10 mesi di contributi e un reddito annuo di 25.000 euro. Il calcolo pensionistico utilizzato è di tipo misto.
Ciò implica l’addizione dei contributi versati nel sistema retributivo fino al 31 dicembre 1995 (se almeno 18 anni, il calcolo retributivo si applica per i contributi fino al 31 dicembre 2011) a quelli maturati dal 1° gennaio 1996 (sistema contributivo, esteso fino al 1° gennaio 2012).
La prima opzione pensionistica per il nostro lavoratore è la pensione anticipata ordinaria.
Un calcolo approssimativo suggerisce che potrebbe ricevere una pensione di circa 1.145 euro netti al mese, rispetto a uno stipendio netto mensile di 1.333 euro.
Riducendo l’importo della retribuzione lorda annua a 20.000 euro, il lavoratore potrebbe accedere alla pensione anticipata ordinaria, ottenendo un assegno netto mensile di 921 euro, rispetto a uno stipendio netto di 1.071 euro al mese.
Pensione di vecchiaia
Per ottenere la pensione di vecchiaia, dovrà invece attendere il compimento dei 67 anni. Con una retribuzione lorda annua di 20.000 euro, potrebbe ricevere una pensione mensile netta di circa 1.014 euro, rispetto a uno stipendio di poco più di 1.100 euro.
Con un reddito più elevato (25.000 euro lordi all’anno), l’assegno potrebbe salire a 1.261 euro netti al mese, rispetto a uno stipendio netto mensile di poco meno di 1.400 euro.
Alzando l’età del nostro pensionato a 67 anni, con 42 anni di contributi e una retribuzione lorda annua di 25.000 euro, potrebbe accedere alla pensione di vecchiaia e ricevere circa 1.170 euro di pensione netta al mese, rispetto a uno stipendio di poco più di 1.300 euro.
Quota 41
Oltre alla pensione di vecchiaia e all’opzione di pensionamento anticipato ordinario, il ricorso a Quota 41 per lavoratori precoci è una possibilità concreta.
Come precedentemente menzionato, questa opzione previdenziale è disponibile per coloro che sono disoccupati da lungo periodo, caregiver che assistono il coniuge o un familiare disabile da almeno 6 mesi, lavoratori invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%, e lavoratori impegnati in mansioni gravose che hanno accumulato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni.
Immaginiamo ora un lavoratore che decide di andare in pensione con Quota 41 una volta accumulati 41 anni di contributi. Il calcolo della pensione segue un modello misto.
In sostanza, una parte dei contributi (quelli maturati prima del 1° gennaio 1996) viene calcolata con il sistema retributivo, mentre l’altra parte (dal 1° gennaio 1996) con il sistema contributivo.
In questo contesto, è fondamentale considerare l’età del lavoratore (applicando il coefficiente di trasformazione), gli anni di contributi accumulati e l’importo complessivo dei contributi.
Attraverso una stima approssimativa, supponiamo che un lavoratore che accede a Quota 41 con uno stipendio netto mensile di 1.450 euro potrebbe beneficiare di un assegno previdenziale mensile di leggermente più di 1.150 euro netti.