L’8 marzo sembra sempre meno una festa di cui andare fieri, dopo il rapporto sui femminicidi reso noto dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale. Il report rimarca come siano già 20 le donne uccise dall’inizio del 2024, con un aumento anche delle violenze sessuali. Numeri vergognosi e terribili, di un’ecatombe che aspetta ancora prese di posizione concrete oltre le frasi di circostanza da parte della politica.
8 marzo, 20 femminicidi nel 2024 secondo il report della Polizia criminale
Altre 20 donne uccise in soli due mesi, di cui 18 in ambito familiare/affettivo. In 8 casi, inoltre, il carnefice era il partner o l’ex partner.
È il dato più eclatante del rapporto ‘8 marzo. Giornata internazionale dei diritti della donna. Donne vittime di violenza’, riferito al quadriennio 2020-2023 ed elaborato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale.
Ancora più drammatica è – o dovrebbe essere – la consapevolezza che, in questi anni, poco o nulla è cambiato in tema di violenza sulle donne, dal momento che i numeri di quest’inizio 2024 confermano il trend dei femminicidi rimasto costante negli ultimi anni in Italia:
- 119 vittime nel 2020
- 122 nel 2021
- 128 nel 2022
- 120 nel 2023 (aumento dell’1%)
Aumentano stupri e reati da codice rosso
E lo stesso discorso vale per le violenze sessuali e gli stupri – aumentati del 35%nel corso del 2023 appena trascorso, passando dai quasi 5mila del 2020 ai 6.062 del 2023 – così come per i maltrattamenti verso familiari e conviventi – erano 21mila 709 nel 2020 e sono diventati 24mila 474 nel 2023.
Dato in aumento anche per lo stalking, che fa segnare un +11%.
Infine, alla violenza fisica si deve aggiungere anche quella psicologica, con la rete Internet che ha offerto, negli anni, nuove possibilità di abuso che si sono tradotte nella diffusione online di immagini o video sessualmente espliciti, con un numero di casi aumentato dai 973 del 2020 ai 1.378 del 2023.
Intanto, la morte di Giulia Cecchettin è sempre lì, a fare da monito a un Paese che ha pianto per la sua scomparsa per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. Ma i “mai più“, le lacrime e la vicinanza della politica hanno davvero poco peso, se non sono seguiti da provvedimenti che vadano alla radice di un problema molto più profondo di quanto le semplificazioni mediatiche possano permettere di comprendere.