“I numeri che darò sono molto più preoccupanti di quello che fino ad oggi è emerso. Sono numeri inquietanti perché sono mostruosi.”
E’ iniziata così – questa mattina 7 marzo – l’audizione del Procuratore di Perugia Raffaele Cantone, titolare dell’inchiesta relativa alla presunta attività di dossieraggio ai danni di personaggi politici e vip, presso la Commissione Antimafia di Montecitorio.
Il primo titolo di una vicenda che di titoli ne ha già forniti tanti e che molti altri ne fornirà nei prossimi giorni e mesi.
“Condivido integralmente le dichiarazioni del Procuratore Nazionale Antimafia Melillo secondo il quale i numeri di questa vicenda lascino pensare che ci sia altro”
ha detto il magistrato antimafia riprendendo le dichiarazioni rese, ieri pomeriggio 6 marzo, nella medesima sede dal procuratore Giovanni Melillo circa l’impossibilità che la vicenda potesse essere ascrivibile all’attività di una sola persona, e nello specifico il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano.
Cantone: “Numeri inquietanti. Oltre 10mila accessi. Scaricati 33mila file dalla Dna”
Striano ha fatto tutto da solo? I numeri renderebbero improbabile tale ipotesi anche per Raffaele Cantone, che tali numeri, poi, li ha anche snocciolati.
Secondo quanto rivelato dal procuratore di Perugia ai parlamentari dell’Antimafia, dal 1 gennaio 2019 al 24 novembre 2022, il sottotenente Striano avrebbe effettuato più di 10mila accessi a diverse banche dati.
“Un numero spropositato” secondo Cantone che entrando nel dettaglio ha spiegato che Striano ha:
“ha consultato nella banca dati Siva, 4124 sos (segnalazioni operazioni sospette) digitando i nominativi di 1531 persone fisiche e 74 persone giuridiche. Ha poi cercato 1123 persone sulla banca dati Serpico e effettuato 1947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo oltre i 10 mila accessi”
Ma la cosa più preoccupante, sottolinea Cantone, è che
“ha scaricato 33,528 file dalla banca dati della Direzione nazionale Antimafia.”
E’ stato dossieraggio? Al momento non è possibile stabilirlo.
“Quella che è stata effettuata da Striano è una ricerca spasmodica di informazione su una serie di soggetti, se questo è dossieraggio non spetta a me dirlo. Se questa ricerca ha prodotto la creazione di dossier non lo sappiamo.”
Inchiesta di Perugia, Cantone: “Striano non disse di essere stato autorizzato da Laudati”
Il procuratore di Perugia nel corso della sua relazione ha ricostruito l’attività investigativa svolta fino a questo momento, dalla denuncia presentata dal ministro della Difesa Guido Crosetto il 21 ottobre 2022 fino al trasferimento dell’indagine da Roma a Perugia nell’aprile 2023 per il presunto coinvolgimento di Laudati tirato in ballo proprio da Striano.
“Striano non disse di essere stato autorizzato da Laudati ma di aver agito perchè quello era il suo modus operandi, per poi riferire a Laudati delle sue ricerche su Crosetto e sintetizzare in un atto la sua proposta investigativa. Atto che però abbiamo verificato essere stato scritto da un giornalista”.
Cantone ha evidenziato anche come in questa inchiesta abbia avuto un ruolo determinante la possibilità di avere accesso ai supporti informatici e al cellulare di Pasquale Striano.
“Nei cellulari di Striano abbiamo trovato tanti elementi utili, questo lo dico perché c’è in atto una modifica legislativa su cui qualche perplessità è giusto evidenziarla.”
Cantone ha sottolineato in più di un’occasione che quelle avanzate dalla Procura di Perugia sono ipotesi investigative.
“Il nostro compito sarà quello di individuare le responsabilità penali. Su alcune cose ho chiesto di riferire direttamente al Copasir”
Nel corso dell’audizione ha anche rivelato di aver sentito due volte il ministro della Difesa che ha ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria che ha consentito “di far uscire questo verminaio”.
Cantone: “Il mercato delle sos non si è fermato, abbiamo una prova clamorosa”
Anche il procuratore Giovanni Melillo nella sua audizione ieri aveva lanciato lo stesso allarme, ovvero che il mercato delle sos, le segnalazioni di operazioni sospette, uno strumento fondamentale per la lotta al crimine, non si è fermato neanche dopo l’avvio dell’inchiesta .
“Il mercato delle sos non si è fermato, abbiamo una prova clamorosa. Durante la prima fuga di notizie su un giornale è uscita una sos che non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che continuava a vendere le sos, mentre c’era il massimo dell’attenzione sul tema.”
Cantone: “Abbiamo chiesto l’audizione per tutelare la Procura Nazionale Antimafia, uno dei lasciti più importanti di Falcone”
Prima di passare all’enunciazione dei fatti dell’indagine, il Procuratore di Perugia Cantone ha voluto spiegare i motivi che hanno spinto lui e Melillo a chiedere l’audizione presso la commissione Antimafia.
In primo luogo la necessità di ripristinare la verità sui fatti in una fase in cui emergono notizie incontrollate ma anche tutelare le infrastrutture informatiche giudiziarie, strumenti necessari alla lotta alla mafia.
“La necessità di tutelare le strutture informatiche del paese e le banche date è fondamentale.”
Cantone ha poi sottolineato la volontà di intervenire a tutela della Procura Nazionale Antimafia:
“E’ stata istituita da Giovanni Falcone, uno dei suoi lasciti più importante. Dovere di ogni magistrato che si è occupato di mafia difendere questa istituzione che io ritengo sacra.”
Cantone: “Al vaglio ipotesi accessi commissionati da giornalisti”
Tra le ipotesi investigative al vaglio della Procura ci sarebbe anche quella secondo cui alcuni accessi alle banche dati per ottenere informazioni potrebbero essere stati commissionati da giornalisti. Dai cellulari di Striano, sarebbero emerse anche diverse chat con alcuni giornalisti.
“Abbiamo verificato i contatti che aveva avuto con giornalisti e verificati se c’erano stati accessi. La Guardia di Finanza ha verificato tutti gli articoli che erano apparsi sui giornali che erano riferiti nelle chat per verificare se vi erano riferimenti a delle sos.”