Negli ultimi anni, sempre più ricerche scientifiche hanno evidenziato una correlazione tra il consumo di cannabis e un aumento del rischio di gravi eventi cardiovascolari, tra cui infarti e ictus.
Questa associazione preoccupante ha sollevato nuove domande e ha portato alla necessità di approfondire la comprensione del collegamento tra cannabis e salute cardiovascolare. Scendiamo nei dettagli e scopriamo perché fumare cannabis è pericoloso.
La cannabis aumenta il rischio di infarto e ictus, perché
Uno studio recente ha rivelato un collegamento preoccupante tra l’uso di cannabis e un aumento del rischio di infarti e ictus. I ricercatori hanno esaminato i dati di 434.104 adulti statunitensi tra il 2016 e il 2020, raccogliendo informazioni sulla loro storia medica e sul consumo di cannabis attraverso un sondaggio.
Sorprendentemente, hanno scoperto che anche un consumo moderato di cannabis può avere gravi implicazioni per la salute cardiovascolare.
Coloro che fumavano cannabis avevano un rischio mediamente più alto del 25% di subire un attacco cardiaco rispetto a chi non la consumava affatto.
Ancora più allarmante, il rischio di ictus è aumentato del 42% tra i consumatori di cannabis. Questi risultati sollevano ulteriori preoccupazioni, considerando che l’uso di cannabis è in aumento negli Stati Uniti, dove è legale in 24 stati.
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Perché la cannabis aumenta il rischio cardiovascolare?
L’uso di cannabis, anche se diffuso, è spesso sottovalutato per quanto riguarda i suoi rischi per la salute cardiovascolare. Anche se da tempo si conosce il legame tra cannabis e disturbi mentali come la psicosi, molti consumatori non sono consapevoli delle complicazioni potenzialmente fatali.
Secondo Abra Jedders, l’autore principale dello studio, la percezione dei danni legati al fumo di cannabis sta diminuendo, nonostante ricerche precedenti abbiano suggerito il contrario.
Il fumo di cannabis, la modalità di consumo più comune, comporta rischi aggiuntivi dovuti all’inalazione di particelle, anche se utilizzato senza tabacco.
Jedders sottolinea che il fumo di cannabis non è così diverso dal fumo di tabacco, poiché entrambi possono aumentare significativamente il rischio di problemi cardiovascolari come infarti e ictus.
Le ragioni precise di questo aumento del rischio non sono ancora completamente comprese, ma saranno oggetto di ulteriori studi. Una delle ipotesi preliminari è che l’inalazione del fumo danneggi i vasi sanguigni, contribuendo a tali patologie.
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Come è stata portata avanti la ricerca sulla cannabis
Negli Stati Uniti, dove l’uso della cannabis è legale in tutti e 50 gli Stati, le condizioni per la ricerca sono ottimali. Nel 2019, circa il 19,6% della popolazione statunitense ha utilizzato la marijuana, secondo un sondaggio nazionale. Recentemente sono stati condotti due studi preliminari che confermano un aumento significativo del rischio di infarto e ictus associato all’uso regolare di cannabis.
Uno di questi studi, condotto su circa 157.000 adulti, ha rivelato che coloro che consumano marijuana hanno un rischio maggiore del 34% di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a coloro che non la consumano. Un’altra analisi ha evidenziato un aumento fino al 27% del rischio di arterie coronariche calcificate nei consumatori di cannabis.
Tuttavia, uno dei problemi dello studio è la mancanza di distinzione tra il consumo di cannabis attraverso fumo o altri metodi, oltre alla metodologia utilizzata per influenzare il sistema cardiovascolare.
In conclusione, l’uso di cannabis andrebbe interrotto proprio per evitare il rischio aumentato di gravi complicanze cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus.
I risultati degli studi indicano chiaramente che l’uso regolare della cannabis è associato a un significativo aumento del rischio di malattie cardiache. Considerando l’impatto negativo sulla salute cardiovascolare, interrompere l’uso di cannabis potrebbe contribuire a proteggere la salute del cuore e ridurre il rischio di eventi avversi.