Il giovane Lucio Marzo, condannato a 18 anni 8 mesi di reclusione per l’omicidio della fidanzata di 16 anni Noemi Durini, ha nuovamente ottenuto la semilibertà. A deciderlo è stato il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari. Il ragazzo, reo confesso, aveva tolto la vita alla minorenne il 3 settembre del 2017 a Castrignano del Capo, località in provincia di Lecce.

Omicidio Noemi Durini, il killer Lucio Marzo ancora in semilibertà

I giudici di Cagliari hanno stabilito che Lucio Marzo, responsabile dell’omicidio della sua fidanzata 16enne Noemi, potrà uscire dal carcere per andare a lavorare. Non è la prima volta per lui. Il giovane aveva ottenuto il permesso anche in passato.

Permesso che gli era stato però revocato dopo che ad agosto alcuni agenti lo avevano fermato alla guida di un’auto. Lo avevano sottoposto ad un alcol test, risultato poi positivo. Stava guidando in stato di ebbrezza.

Marzo era inoltre in violazione alle disposizioni del Magistrato di Sorveglianza, il quale gli aveva vietato la guida di qualsiasi mezzo a motore. Divieto che però lui, appunto, non aveva rispettato.

Subito dopo tale vicenda, i giudici avevano disposto per il giovane il trasferimento presso il carcere Bancali di Sassari, dove risulta essere attualmente detenuto. Prima il ragazzo si trovava presso l’Istituto penitenziario minorile di Quartucciu, nel Cagliaritano.

La decisione a proposito del trasferimento era stata decisa dopo la richiesta avanzata dalla legale Valentina Presicce, l’avvocato che rappresenta la madre di Noemi, la signora Imma Rizzo. Con una istanza mandata al ministro della Giustizia e al Capo del Dipartimento per la Giustizia, si era evidenziata la condotta di Lucio Marzo, definita incompatibile con un regime penitenziario minorile.

L’omicidio di Noemi

Come abbiamo detto all’inizio, Lucio Marzo è già stato condannato a 18 anni e 8 mesi di carcere. È stato ritenuto responsabile dell’omicidio volontario premeditato e pluriaggravato della fidanzata Noemi, di 16 anni. All’epoca dei fatti egli aveva 17 anni.

Secondo quanto ricostruito all’interno del tribunale, Marzo aveva sepolto viva sotto un cumulo di pietre la minorenne. A seguito della condanna era stato rinchiuso nel carcere minorile in provincia di Cagliari. Vi era rimasto anche dopo aver raggiunto la maggiore età, cioè dopo aver compiuto 18 anni.

Per lui era già stata disposta la semilibertà, poi tolta a seguito dell’episodio di guida in stato di ebbrezza. Ora se ne torna parlare perché il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari ha disposto nuovamente per il ragazzo la stessa misura, in modo tale da permettergli di uscire dal carcere e di andare a lavorare.

La reazione della madre della vittima

Si è detta assolutamente contraria alla signora Imma, la madre di Noemi. La donna ha affermato che sapere che l’assassino della figlia sia di nuovo libero di uscire dal carcere per lei è “sconcertante e allucinante”. La mamma della vittima ha parlato di una “ennesima beffa” nei loro confronti.

Ha poi annunciato che lei e il suo avvocato non si fermeranno davanti a questo, ma continueranno a battersi affinché la ragazza uccisa nel Leccese abbia una “giustizia vera”. A proposito della notizia sulla semilibertà killer di Noemi, la madre ha commentato:

Noi non ci fermeremo davanti a uno Stato che tutela gli assassini, ai quali concede ogni tipo di beneficio e premio.

E ancora:

Lo Stato non rende giustizia alle anime innocenti, come mia figlia, uccise da chi diceva di amarle e proteggerle. E invece continuano i femminicidi, perché mancano pene certe e severe.

Imma e sua legale hanno già inoltrato una richiesta di chiarimenti al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al ministero della Giustizia e al Tribunale di Sorveglianza di Sassari. Com’è possibile che il ragazzo abbia ottenuto ancora il regime di semilibertà?

Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Valentina Presicce, Lucio Marzo è un “soggetto pericoloso”. In quanto tale dunque non andrebbe reintegrato. Inoltre la professionista ha ricordato che è ancora in corso un’ispezione ministeriale per fare luce su quanto avvenuto durante il primo permesso premio a lui concesso.

Secondo la madre di Noemi e l’avvocato, la decisione presa dai giudici di Cagliari è totalmente sbagliata e non accettabile. A risentirne, in particolar modo, è lei come tutti i familiari delle vittime di femminicidio.