Cos’è l’influenza B? Si tratta di un virus che fa parte di quelli della famiglia a RNA a singolo filamento e polarità negativa.
Questo tipo d’influenza colpisce prevalentemente i più piccoli anche se non sono esclusi casi di malessere associati ad adulti.
Nonostante il calo dei casi simil-influenzali l’incidenza di questa malattia rimane ancora oggi molto significativa, anche se, fanno sapere gli studiosi, non vi è motivo di allarme.
Secondo gli esperti il picco di questo virus potrebbe arrivare proprio durante i mesi di marzo e aprile con l’arrivo della primavera che porterà inevitabilmente con sè anche in malanni di stagione.
Cos’è l’influenza B: i sintomi
I sintomi di questo virus influenzale includono, nella maggior parte dei casi febbre (anche alta), mal di gola, tosse, naso che cola, stanchezza, dolori articolari e muscolari. In alcuni casi poi potrebbero verificarsi anche dolori addominali e disturbi gastrointestinali.
Non è escluso infine, il rischio di complicazioni gravi per bambini e adulti e proprio per questo si tratta di un particolare virus da non sottovalutare.
Nei casi che richiedono il ricovero ospedaliero, l’influenza B può provocare polmoniti, bronchiti, difficoltà respiratorie, infiammazioni cardiache o sepsi.
I virus influenzali di tipo B, come questo, tendono ad infettare principalmente gli umani e mutano più lentamente rispetto a quelli di tipo A.
La migliore arma, specificano gli esperti, resta la prevenzione tramite vaccinazione, raccomandata per tutte le persone sopra i sei mesi, specialmente per anziani, donne in gravidanza e individui con condizioni di salute deboli. Nel nostro Paese sono disponibili vaccini antinfluenzali quadrivalenti in grado di coprire due ceppi di tipo A e due di tipo B.
Come si cura e come si previene l’influenza B
Dato che l’influenza B è un’infezione virale non risponde agli antibiotici. I sintomi infatti possono essere semplicemente alleviati con farmaci da banco come antipiretici e antinfiammatori.
Di solito, il paziente tende a migliorare entro 7-10 giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Nel caso in cui il bambino o anche l’adulto presenti febbre alta e persistente è bene consultare il pediatra o il medico di famiglia così da ricevere la terapia più adatta.
Per essere certi della malattia e fare un’esatta diagnosi è bene rivolgersi al medico curante che dovrà studiare la storia del bambino e i suoi sintomi.
Dopo questa prima parte di visita, il medico procederà con un esame colturale di materiale infetto, come ad esempio secrezioni naso-faringee, liquor o sangue così da identificare l’Haemophilus Influenzae di tipo b.
Tanti i casi riscontrati
L’aumento dei casi di influenza B è tenuta sotto controllo da medici e pediatri di tutta Italia.
La situazione infatti è stata commentata anche dal virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco che ha commentato con i dati precisi di questa malattia che solo nei primi mesi di quest’anno ha già colpito più di 12 milioni di persone e provocato altrettante infezioni respiratorie portate proprio dal virus ma anche da altri come influenza H1N1, Covid, virus respiratorio sinciziale e rinovirus.
Secondo il virologo però per fortuna ci troviamo in una fase di discesa nel campo delle infezioni. Sicuramente però il campo meteorologico e il cambio repentino del tempo e del clima non aiuta, infatti ancora durante questi mesi potrebbero verificarsi alcuni colpi di coda del virus portando con sè nuovi casi.
Per quanto riguarda i casi di influenza, sia di tipo A che di tipo B dall’inizio dell’anno fino a questi primi giorni di marzo si osserva una certa stabilizzazione. L’incidenza poi è in lieve diminuzione in tutte le fasce di età.
Nell’insieme dei casi di sindromi simil-influenzali sono compresi oltre che i virus influenzali, anche altri virus respiratori tra i quali il virus respiratorio sinciziale, nei bambini molto piccoli e il SARS-CoV-2.
I casi stimati durante la scorsa settimana sono stati circa 394.000, per un totale di quasi 12 milioni di casi a partire dall’inizio della sorveglianza.