Lavorare di notte può essere molto faticoso, spesso, anche troppo per le condizioni di salute del lavoratore: in alcuni casi è possibile chiedere l’esonero dal turno di notte. In ben altri casi, si tratta di veri e propri divieti individuati dalla legge.
Quando viene fatto il lavoro notturno? L’orario di riferimento è di 7 ore consecutive eseguite nella fascia tra le 24:00 e le 5:00. Fascia che può subire variazioni eventualmente previste dal contratto collettivo di riferimento.
Chi può chiedere l’esonero dal lavoro notturno? Qual è la procedura da seguire?
Quali lavoratori non possono fare il turno di notte
Non di rado, il turno di notte, molto stancante e faticoso, risulta essere incompatibile con le condizioni di salute dei lavoratori.
Gli esempi sono tanti a partire dalle donne in gravidanza: a prescindere dalla loro volontà, in questo e in altri casi, è la legge stessa che vieta che venga assegnato loro il turno di notte.
Ci sono anche altre categorie per i quali vengono fissate le fasce orarie in cui non si può lavorare. I minori di 18 anni, per esempio, sono esonerati dal turno di notte per legge e non possono lavorare nelle seguenti fasce orarie:
- Tra le 22:00 e le 6:00;
- Tra le 23:00 e le 7:00.
Le donne in gravidanza, invece, sono egualmente esonerate per legge dal lavoro notturno, ma cambia la fascia oraria: non possono lavorare dalle 24:00 alle 6:00.
Chi può chiedere l’esonero dal turno di notte
Oltre ai casi di esclusione per legge, senza la necessità di chiedere tutele, ci sono anche altri casi in cui il lavoro notturno risulta pericoloso o per la sussistenza di particolari condizioni e alcuni lavoratori possono chiedere l’esonero.
Chi può chiederlo?
- Il lavoratore convivente con figli con meno di 3 anni d’età;
- Il lavoratore unico affidatario di figli minori di 12 anni d’età;
- I lavoratori con a carico un familiare disabile;
- I lavoratori con patologie incompatibili con l’attività lavorativa notturna.
Nei casi suddetti, è possibile chiedere al datore di lavoro l’esonero dal turno di notte. Soffermiamoci, per esempio sul lavoratore con patologie. È possibile chiedere di non lavorare di notte quando il lavoro può compromettere lo stato di salute: le patologie possono insorgere con il lavoro notturno o, se presenti, peggiorare queste condizioni.
Quali sono le patologie? Si rilevano, per esempio, la depressione, l’ansia, l’insonnia, l’ipertensione, il diabete oppure la presenza di tumori. Naturalmente, la valutazione spetta sempre al medico curante o al medico aziendale.
Qual è la procedura da seguire
Chi rientra nelle categorie appena elencate può richiedere l’esonero dal turno di notte direttamente al datore di lavoro.
Nella richiesta devono essere chiaramente specificate le motivazioni alla base e si deve allegare tutta la documentazione comprovante l’incompatibilità con il turno di notte.
Il lavoratore può anche rifiutare la richiesta, ma se considerato illegittimo, può essere contestato. Infatti, il lavoratore dipendente ha la possibilità di chiedere ricorso al tribunale territorialmente competente.
Se, invece, la richiesta viene accettata, il datore di lavoro deve impiegare il dipendente nel turno diurno facendogli svolgere le medesime mansioni.
Quali sono gli obblighi del datore di lavoro
Se il datore di lavoro ha la necessità di istituire il turno di notte, allora deve sottoporre i lavoratori a controllo e accertamento di idoneità al lavoro notturno.
Cosa deve fare il lavoratore?
- Una visita preventiva al momento dell’assunzione oppure dell’assegnazione al turno di notte;
- Una visita medica periodica ogni due anni;
- Una visita medica su esplicita richiesta da parte del lavoratore dipendente interessato.
Per quanto riguarda la durata del turno di notte, deve far riferimento ai limiti previsti dalla contrattazione collettiva.
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