Un calciatore intelligente, carismatico, di grande personalità ma anche forte tecnicamente e fondamentale dal punto di vista tattico. Giuliano Giannichedda è stato un mediano di talento e ha vissuto anni gloriosi da protagonista. Tre le esperienze importanti della sua carriera: l’esordio nella massima serie con l’Udinese, la consacrazione con la Lazio e il salto alla Juventus, meno fortunato di quanto previsto. Per commentare l’eliminazione dalla Champions League e la gara dell’Allianz Arena, Bayern Monaco-Lazio, Giannichedda è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Bayern Monaco-Lazio, Giannichedda a Tag24
Il sogno della Lazio si interrompe a Monaco. Il Bayern, all’Allianz Arena, dimostra la sua superiorità e ribalta il risultato dell’andata. Che il vantaggio dei biancocelesti fosse debole lo sapevano tutti, ma fino al gol di Kane che ha sbloccato la partita, la squadra di Sarri aveva tenuto bene, sfiorando addirittura l’1 a 0. Quella palla capitata sulla testa di Immobile un minuto prima della rete dei bavaresi, avrebbe potuto cambiare le sorti del match. Ora bisogna guardare in faccia la realtà e imparare da ciò che si è fatto. La testa deve andare solo al campionato perchè la rincorsa alla Champions è difficile, ma non ancora impossibile. Per commentare la prestazione dei biancocelesti in Bayern Monaco-Lazio, Giannichedda, che ha vissuto anni importanti nella Capitale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Lazio è stata eliminata dalla Champions League. Che sensazioni ti ha lasciato la squadra di Sarri?
“La Lazio giocava contro una squadra superiore e quando la squadra più forte fa il proprio dovere, per strappare qualcosa a te serve la gara perfetta. La Lazio ha tenuto bene nel primo tempo, sembrava potesse controbattere colpo su colpo. La prima occasione, quella clamorosa, l’ha avuta Immobile. Poi però loro hanno trovato il gol e i biancocelesti no. Sul 2 a 0 c’è stata la consapevolezza che loro fossero più forti ed è venuto fuori il Bayern. Purtroppo è così”.
A proposito dell’occasione più nitida per la Lazio, quella di testa di Immobile, con il risultato ancora bloccato sullo 0 a 0. Cosa pensi di Ciro e come valuti la sua stagione?
“Non dobbiamo colpevolizzare Ciro. Quella palla era molto veloce ed è stata deviata da de Light. Immobile non se l’aspettava, ha provato ad impattarla ma non l’ha presa in modo pieno ed è andata fuori. Non si può pensare che una sola azione possa compromettere tutta la gara. Nel secondo tempo il Bayern è venuto fuori e ha passato il turno. Hanno giocato con una velocità e un piglio diverso rispetto all’andata, ma anche questo era prevedibile. All’Olimpico non avevano fatto una buona gara e si dovevano riscattare”.
Il divario con le big d’Europa è ancora netto. Quanto è distante questa società dal diventare un top club?
“Questo è un discorso che non riguarda solo la Lazio, che ieri ha affrontato una delle squadre più forti d’Europa e tra le prime al mondo. Giocare queste partite fa bene per capire qual è il gap e per abituarsi a certi palcoscenici. Quel che manca a mio avviso, al di là del valore economico delle due squadre è proprio il fatto di sapersi confrontare sempre con squadre di altissimo livello. Non deve succedere quello che è accaduto ieri dopo il primo tempo. Ho avuto la sensazione che la Lazio possa aver tirato i remi in barca, accettando il fatto che loro fossero più forti. Non ho visto quella reazione rabbiosa che ci sarebbe dovuta essere”.
Fino al vantaggio del Bayern la Lazio ha tenuto bene il campo, dimostrando di potersela giocare. Perchè non vediamo mai la stessa determinazione in campionato?
“Le motivazioni sono completamente diverse, c’è poco da fare. Quando giochi in Champions, contro una grande squadra e ti giochi il passaggio del turno, anche inconsciamente dai più di quel che hai. La Lazio ha dimostrato che in campionato è mancata continuità, ed è stata troppo altalenante durante tutta la stagione. I motivi però sono molti, a partire dal fatto che Sarri non ha mai avuto a disposizione tutti i suoi big al 100%. Gente come Luis Alberto, Immobile e Zaccagni devono essere al 100% per fare la differenza”.
Per crescere serve la Champions con continuità, ma la Champions passa dal campionato. La rincorsa al quarto posto è ancora possibile?
“E’ molto molto difficile, ma ancora possibile. I punti sono tanti, ma non sono ciò che mi preoccupa. Il problema è che la Lazio ha tante squadre davanti, che stanno viaggiando ad un ritmo incredibile. Il Bologna sta facendo una stagione pazzesca; l’Atalanta, nonostante qualche recente passo falso è sempre lì; il Napoli sta tornando e la Roma è in netta ripresa. I biancocelesti possono fare la corsa su una o due squadre, ma su quattro o cinque è complicato. Ci dovranno provare perchè gare come quelle di ieri ti fanno capire che sono partite troppo belle da giocare e quando un calciatore prova queste emozioni non ci vuole rinunciare. Lo ha detto ieri Cataldi e non solo. E’ da lì che deve partire il cambio di mentalità. Serve continuità in campionato per giocare gare del genere”.