Il Bologna di Thiago Motta non si ferma e adesso che è lì, ad un passo, punta al bottino più grosso. “Dal dopoguerra ad oggi non ricordo mai una squadra così forte. Oggi è superiore anche al mio Bologna”, parola di Stefano Torrisi. Proprio lui, che con i felsinei ha vissuto stagioni importanti, dalla Serie B alla consacrazione in Serie A. Difensore duttile e affidabile, è stato protagonista di sei stagioni in rossoblù, divise da svariate esperienze, anche europee, e ha raggiunto nel 1998 l’ottavo posto qualificandosi per l’Intertoto. Per commentare la vittoria con l’Atalanta, la super stagione del Bologna e l’obiettivo Champions, Torrisi è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Bologna in corsa Champions, Torrisi a Tag24

A undici giornate dalla fine il Bologna inizia a guardarsi le spalle, prima ancora di guardare avanti. Se ce ne fosse ancora bisogno, per rispondere ai più scettici, la vittoria arrivata in rimonta contro l’Atalanta ha dimostrato che questo gruppo è coeso, unito, compatto e che ora ci crede davvero. Thiago Motta, con l’aiuto di una società seria, ha messo su un giocattolo perfetto e arrivati a questo punto deve solo fare in modo che nulla, neanche il più piccolo ingranaggio, possa rompersi. L’Europa che conta è a un passo, ma le avversarie che inseguono non hanno nessuna intenzione di mollare la presa sul quarto posto. Per commentare la stagione straordinaria e il momento del Bologna, che vola verso la Champions, Torrisi, che ha indossato questa maglia per sei stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il Bologna ormai è una certezza. Adesso la possibilità di arrivare in Champions è concreta?

“Il Bologna non è più una nuova realtà, ma una squadra che si è consolidata ormai nelle prime 10 posizioni da almeno un paio di anni. La società ha lavorato molto bene nelle scelte fatte e negli uomini e quest’anno ha messo su una squadra competitiva e di qualità. Tra il mister e il gruppo c’è grande sintonia ed è innegabile che il Bologna stia giocando un gran calcio. Viaggia sulle ali dell’entusiasmo e ora si fida del suo modo di affrontare ogni sfida. Anche quando è sotto non perde mai la testa e sa sempre quello che deve fare. È la quarta squadra in Italia e non so se arriverà in Champions, ma tutto quello che ha fatto lo ha fatto con merito”.

Manca ancora un po’ alla fine del campionato, ma la vittoria contro l’Atalanta ha dimostrato ancora di più il valore di questa rosa. Pensare all’Europa o alla Conference League oggi sarebbe quasi deludente? 

“Assolutamente no. Il Bologna deve solo pensare a vincere. Credo che in questo momento in Italia sia inferiore solo all’Inter e vi dirò di più, dal dopoguerra ad oggi è la squadra più forte in assoluto. Non ho problemi a dire che è superiore anche al mio Bologna, e noi arrivammo settimi. Credo che in questo momento questa rosa abbia la spensieratezza e al contempo la consapevolezza di essere una grande squadra. È giusto ed è normale che giochi sempre per vincere, anche quando va sotto. Poi, i posti per la Champions sono quattro e quelli per l’Europa altri tre, mi auguro che puntino sempre al massimo. Se dovesse arrivare un risultato minore, andrebbe bene comunque. Questa città è stata risvegliata da questi ragazzi, dal punto di vista calcistico. A prescindere da come andrà a finire saranno sempre elogiati”. 

Quanto merito c’è di Thiago Motta?

“Tantissimo, come ne hanno tanto Saputo e Sartori. Hanno grande merito anche gli errori fatti in passato. È capitato di fare delle scelte sbagliate, di prendere un allenatore che non andava bene o giocatori non all’altezza. Questa società ha saputo migliorarsi ed è evidente che ora ha fatto tutte scelte azzeccate”. 

Sul tecnico però hanno messo gli occhi in tanti, resterà sulla panchina del Bologna?

“Mi auguro di si, ma capisco anche che allenatori così sono destinati ad andare nei top club d’Europa. Credo sia giusto in ogni caso rispettare qualunque scelta lui dovesse prendere. Però devo dire che se il Bologna dovesse andare veramente in Champions League, mi aspetto che Thiago Motta possa decidere di rimanere per giocarsi il traguardo raggiunto”. 

Hai fatto nome di Sartori. C’è la possibilità che, insieme a una proprietà così solida, si voglia fare un progetto per portare il Bologna a diventare una realtà simile all’Atalanta?

“Prima ancora dell’Atalanta Sartori lo aveva già fatto con il Chievo, riuscendo a raggiungere le Europa. Poi si è ripetuto con la Dea e ora sta facendo lo stesso a Bologna. Questa è una società importante e c’è una proprietà che ha molto denaro. Il dubbio che ci può venire è se Sartori dovesse avere richieste da grandi squadre. Ma se invece lui ha la voglia di rimanere in rossoblù, è sicuramente un club che si può consolidare in queste posizioni di classifica”. 

Infine ti chiedo se da uno come Zirkzee ti aspettavi questo tipo di continuità? 

“Zirkzee è una grande sconfitta per il calcio italiano. Qualche anno fa lui è arrivato al Parma ed è stato bocciato. Per farsi notare è dovuto tornare a giocare all’estero. Poi è tornato a Bologna e inizialmente ha giocato poco, finché ha trovato un allenatore che gli ha lasciato fare esattamente ciò che lui sa fare. Dal punto di vista personale è un grandissimo giocatore. Il resto però ci ha fatto capire che chi sceglie i calciatori in Italia commette troppi errori. Tre anni fa era stato bocciato, a Parma non ci avevano capito nulla”.