Il papillomavirus umano, chiamato anche HPV, si diffonde attraverso l’attività sessuale. Vaccinarsi contro l’HPV aiuta a prevenire infezioni e alcuni tipi di cancro negli uomini e nelle donne. Ne parliamo con il Professor Lorenzo Zaffiri.
Direttore associato del Centro di Trapianto di Polmone presso il Cedars-Sinai Medical Center a Los Angeles. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma “La Sapienza” dove si è anche specializzato in Malattie Infettive e Immunologia. Trasferitosi negli Stati Uniti, presso la Michigan State University ha conseguito la specializzazione in Medicina Interna e ultimato una Fellowship in Malattie Polmonari presso l’Indiana University. Dopo un ulteriore training di un anno sul Trapianto Polmonare, è diventato Assistant Professor presso la Duke University. Ha effettuato numerose ricerche e pubblicazioni sul meccanismo clinico e traslazionale delle risposte immunitarie dell’ospite ai virus, tra cui SARS-COVID-19, virus Epstein-Barr (EBV), citomegalovirus (CMV) nei pazienti sottoposti a trapianto polmonare.
Papilloma Virus: cause ed effetti
D: Professor Zaffiri, perché è importante essere a conoscenza dei problemi causati dal Papilloma Virus?
R: L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) si contrae principalmente attraverso il contatto stretto durante i rapporti sessuali, anche non completi, con una persona portatrice del virus.
L’HPV è un virus infettivo, con circa 40 tipi (ceppi) di HPV che possono diffondersi attraverso il sesso (sierotipi). L’infezione da HPV ha di solito un decorso benigno ma a volte può causare verruche e condilomi, essere associata a tumori, principalmente dell’apparato riproduttivo femminile e maschile. Si stima che ogni persona contragga un’infezione da HPV almeno una volta nella vita. Secondo i dati nazionali il 70,55% delle quindicenni completa il ciclo completo di vaccinazione. Nei maschi abbiamo una copertura inferiore al 44%.In entrambi i casi ci troviamo ben al di sotto della soglia ottimale di vaccinazione del 95%. Da ricordare inoltre la presenza di ampie variazioni tra regione e regione. Variabilità che a volte risulta superiore ai 30 punti percentuali. Per questi motivi, nel 2022, il Ministero della Salute ha lanciato la campagna di informazione: “Proteggi il loro futuro”.
D: Campagna d’informazione mirata a far conoscere le potenziali complicazioni dovute all’infezione virale?
R: Esattamente. Nelle donne, la maggior parte delle infezioni, trasmesse per via sessuale e frequenti soprattutto nelle persone giovani, regredisce spontaneamente.Nel caso l’infezione persista nel tempo si formano lesioni nel collo dell’utero, che lentamente possono progredire verso forme tumorali, o interessare anche la vagina, la vulva, il pene, l’oro-faringe e l’ano.
D: C’è una correlazione tra cause specifiche e infezione virale?
R: Esiste una forte correlazione tra tipo di virus HPV contratto, scarso accesso alla prevenzione, inizio precoce dell’attività sessuale, partner sessuali multipli, fumo di sigaretta, condizioni di immunodeficienza, presenza in famiglia di parenti stretti affetti da questo tumore, uso prolungato di contraccettivi orali, dieta povera di frutta e verdura, obesità.
D: Può darci alcuni dati statistici legati all’infezione da Papilloma virus?
R: In Italia, il tumore al collo dell’utero causa più di 1000 morti l’anno, con un’incidenza dell’1,3% tra tutte le neoplasie che colpiscono le donne. Incidenza che raggiunge il 4% nella fascia giovanile, risultando la quinta neoplasia più frequente. Circa 2.500 nuove diagnosi sono state confermate solo nel 2022. La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è pari al 68%.
Papilloma Virus, come prevenire il contagio?
D: Ma come possiamo prevenire un eventuale contagio?
R: Igiene e l’uso del preservativo sono validi strumenti ma non sono efficaci al 100%. Il vaccino è il solo metodo sicuro ed efficace. Inoltre, per le donne oltre i 25 anni di età, anche se vaccinate, è fondamentale aderire ai programmi di screening cervicale che prevedono gratuitamente il Pap-test e il test per la ricerca del HPV-DNA. Si consiglia la vaccinazione prima dell’inizio dell’attività sessuale in quanto induce una protezione maggiore prima di un eventuale contagio con il virus HPV. Una volta che una persona contrae l’HPV, il vaccino non è altrettanto efficace. Questo perché l’obiettivo del vaccino è prevenire una nuova infezione. Il vaccino previene le infezioni, ma non è un trattamento. Se il/la paziente è già stato esposta a un particolare ceppo di HPV, il vaccino non può curare l’infezione. Tutti, indipendentemente dal sesso o dal genere, dovrebbero vaccinarsi prima di esporsi all’HPV attraverso l’attività sessuale. Il vaccino HPV può proteggere solo dai ceppi di HPV a cui non si è già stati esposti tramite un partner infetto.
Come funziona il vaccino anti HPV?
D: Può aiutarci a capire come funziona il vaccino HPV, come e quando va somministrato?
R: Il vaccino contiene una simulazione del virus, non il vero virus vivo. Il vaccino stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi che combattono l’HPV. Se sei esposto al virus vero e proprio, questi anticorpi gli impediscono di provocare un’infezione.
La vaccinazione contro il papilloma virus è raccomandata e gratuita per le ragazze e i ragazzi a partire dagli 11 anni di età, viene somministrata in due dosi a distanza di 6 mesi. Le persone che iniziano la serie di vaccini più tardi, di età compresa tra 15 e 26 anni, dovrebbero ricevere tre dosi di vaccino. Queste iniezioni vengono somministrate nell’arco di sei mesi. Ma questo non significa che anche un adulto di mezza età non possa beneficiare dei vantaggi del vaccino. Se si è avuto pochi o nessun partner, vaccinarsi può potenzialmente proteggere dall’HPV se si sta per iniziare una relazione sessuale.La situazione di ognuno è diversa. Il medico personale potrà consigliare in base alla propria storia sessuale.
I vaccini anti-HPV oggi utilizzati proteggono contro i 9 sierotipi di HPV più pericolosi e sono estremamente sicuri ed efficaci: possono prevenire oltre il 90% delle forme tumorali associate all’HPV.
D: Perché si promuove la vaccinazione anti-HPV anche per i maschi?
R: Il problema, nell’uomo, è spesso sottovalutato. La malattia, come sempre, si contrae per trasmissione sessuale. Per anni, erroneamente, si è creduto che l’HPV fosse in grado di far ammalare soltanto le donne. Con incidenza minore invece, può colpire anche gli uomini provocando lesioni benigne, dette condilomi e, più raramente, tumori a pene, ano, cavo orale e infertilità. Per questo gli esperti dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani in occasione del loro recente congresso nazionale, hanno proposto una massiccia campagna di informazione. In Italia l’8,5% degli uomini affetti da tumori ha una causa infettiva. L’ HPV è responsabile del 20% di queste infezioni con oltre 8,000 nuovi casi ogni anno. Un maschio su cinque è infetto da uno o più ceppi capaci di sviluppare forme tumorali.
D: Professore, esistono test che si possono fare per la diagnosi anche nell’uomo?
R: Nell’uomo uno dei più grandi problemi legati all’HPV è il fatto che l’infezione sia silente e non dia sintomi. Inoltre non esistono test di screening sicuri per la diagnosi a differenza delle donne, che possono invece ricorrere a Pap test o HPV test. Un esame obiettivo fatto da un urologo, con la scoperta di eventuali sintomi quali condilomi, può favorire la diagnosi.
Nel caso in cui il paziente presenti condilomi, una soluzione terapeutica è rappresentata dall’asportazione chirurgica in anestesia locale, oppure dall’applicazione di creme antivirali
Seppure l’incidenza è più bassa, anche gli uomini possono ammalarsi di tumore a seguito di infezione da HPV, in particolare al pene, all’ano o al cavo orale. L’assenza di uno screening per la popolazione maschile, e l’assenza di sintomi, rende ancora più importante la vaccinazione non solo per proteggere la salute dell’uomo, ma, soprattutto, per limitare la diffusione della malattia, con le gravi potenziali conseguenze per le donne.La prevenzione è anche un principio etico.
D: Chi non dovrebbe vaccinarsi contro l’HPV?
R: Il vaccino HPV non viene somministrato durante la gravidanza. Il vaccino HPV non è raccomandato se una persona ha avuto una reazione allergica dopo la prima vaccinazione contro l’HPV o se una persona soffre di allergie gravi e potenzialmente letali.
Inoltre, le persone moderatamente o gravemente malate dovrebbero aspettare finché non si sentiranno meglio per vaccinarsi contro l’HPV.
In Italia, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), prima di approvare l’uso clinico di farmaci e vaccini conduce test approfonditi per assicurarne la sicurezza ed efficacia.
Le possibili reazioni avverse dopo somministrazione del vaccino HPV sono molto simili a quelle del vaccino antinfluenzale: arrossamento, dolore e gonfiore temporaneo nella zona di iniezione. Negli Stati Uniti, dopo 28 milioni di somministrazioni, si sono riscontrati circa 7.000 effetti collaterali, di cui il 97% non gravi.