La “schedatura illegittima di centinaia di persone”, con “800 accessi illegittimi” è di “una gravità inaudita”. Elly Schlein non usa mezzi termini per bollare l’inchiesta della procura di Perugia sugli ingressi informatici alle banche dati della Procura nazionale antimafia come uno “scandalo”. E, ospite di Bruno Vespa, chiede di fare “estrema chiarezza” per “evitare che fatti del genere possano accadere ancora”. Dal suo partito, intanto, Walter Verini, componente della commissione parlamentare antimafia, accende i riflettori sul campo avversario: “Io non escludo niente, neppure regolamenti di conti interni alla destra in questa cosa – afferma in tv -. Ma questo lo dirà il corso delle indagini”. Il mantra del partito è la richiesta di fare “piena luce”. E la difesa della Dna è un filo che accomuna Pd e M5s.
I dem ipotizzano rese dei conti a destra
“La procura distrettuale di ieri e di oggi, è parte lesa in questa vicenda – rimarca sempre Verini -. E siamo preoccupati” dalle “reazioni di certi esponenti della destra” perché bisogna “tutelare le istituzioni che contrastano le mafie” e la “criminalità organizzata”. Un concetto ribadito dalla responsabile Legalità dei democratici, Enza Rando: “La Procura nazionale Antimafia non può finire sotto attacco della politica, non si può venire in Senato e chiedere ispezioni in Procura, significa ribaltare l’ordinamento istituzionale. E’ inaccettabile – rincara – ascoltare gli attacchi contro un’istituzione che è nata da un’idea di Giovanni Falcone per combattere la mafia e garantire la sicurezza e la legalità. E’ davvero questo il messaggio che si vuole mandare ai cittadini?”.