Il ritorno in Italia di Chico Forti è stata una bella notizia certamente per la sua famiglia, ma anche per chi crede nella sua innocenza o in condizioni di detenzione migliori e più dignitose. Il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, ne ha parlato a margine dell’evento a Roma Tre per chiedere la liberazione di Ilaria Salis.
Noury si dichiara felice per Forti, ma chiede alla politica e non solo maggiore attenzione su tutti i cittadini italiani detenuti all’estero.
Noury (Amnesty International): “Timore che il processo di Salis possa essere iniquo. Non esistono detenuti di Serie A o B”
L’annuncio che il governo di Giorgia Meloni è riuscita a convincere le autorità giudiziarie statunitensi a far tornare in Italia Chico Forti è stato accolto con soddisfazione e con un certo orgoglio dalle forze di centrodestra, pronte a rinfacciare all’ex ministro degli Esteri Di Maio l’annuncio di una risoluzione simile fatta qualche anno fa.
A proposito di detenzioni di cittadini italiani all’estero, il caso di Ilaria Salis continua a far preoccupare i suoi familiari, gli amici ma anche chi teme che questo governo (per questioni politiche o altro) non riesca a fare altrettanto come nel caso di Forti. Detenzione in Italia o in Ungheria? La risposta del portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, è purtroppo improntata ad un certo pessimismo:
“Siamo alla vigilia del secondo processo e abbiamo il timore che possa essere iniquo, irregolare. C’è una narrazione criminalizzante nei confronti di Ilaria in Ungheria che non lascia tranquilli. Le condizioni di detenzione sembrerebbero migliorate, però quello che continuiamo a sostenere forme di collaborazione bilaterali all’interno dell’Unione Europea che possono conferire gli arresti domiciliari in Ungheria”.
Partecipando ad un evento a Roma Tre che chiede la liberazione di Ilaria Salis, Noury ha avuto modo di commentare anche il ritorno in Italia di Forti.
Se Amnesty International non ha seguito da vicino questo caso, è comunque l’occasione per Noury di chiedere che ogni cittadino italiano detenuto all’estero goda della stessa attenzione e della stessa dignità di trattamento da parte di media e autorità politico-giudiziarie:
“Amnesty International non ha seguito questa storia: detto questo, se ci sono modalità di cooperazione giudiziaria per cui è possibile scontare la pena o parte della pena nel paese d’origine, benissimo. Se ci sono possibilità di attendere ad un processo nel paese d’origine, benissimo. Quindi felicitazioni ogni volta che una vicenda si chiude bene, ma vanno seguite per tutti e per tutte queste forme di cooperazione giudiziaria: è doveroso insistere con le autorità giudiziarie dove c’è un nostro connazionale detenuto e l’importante è che si faccia in maniera continuativa“.
Essere contenti per Forti è naturale, anzi, doveroso per Noury, quanto bisognerebbe esserlo per ogni passo in avanti affinché il carcere non sia uno strumento di repressione e di tortura nei confronti dei suoi detenuti. A differenza di chi tenta di politicizzare la vicenda di Salis, non ci sono persone che meritano più attenzione rispetto ad altre: vanno approfonditi tutti gli strumenti giuridici per farle tornare nel loro paese d’origine, in condizioni detentive migliori.
“Questa storia di Chico Forti era iniziata, almeno a livello di procedura, sotto un governo diverso anni fa, quindi ho notato un grande entusiasmo e va bene: ogni volta che una persona esce dal carcere perché c’è una norma che lo consente per quale motivo dovremmo essere scontenti? Bisogna però che lo stesso venga fatto con Ilaria: non ci sono detenuti italiani all’estero di Serie A o di Serie B o di Serie C“.
Noury: “La nostra presenza ai cortei tranquillizza tutti”
Dopo aver affermato che la Corte internazionale dell’Aja deciderà se ciò che sta facendo Israele a Gaza sia classificabile ed indicabile giuridicamente come genocidio, Noury ha parlato anche delle cariche poliziesche contro i cortei a Pisa di qualche tempo fa.
La preoccupazione da parte di tutti è che le attività della polizia vadano a danneggiare gravemente il diritto alla protesta e all’espressione della propria opinione: Noury commenta i fatti di Pisa esprimendo la propria soddisfazione che gli osservatori di Amnesty International contribuiscano a calmare gli animi dei manifestanti e delle Forze dell’Ordine.
“Che ci sia un bisogno di controllare l’operato delle forze di polizia in uno stato democratico è un fatto normale, doveroso. Noi abbiamo da diversi anni gli osservatori in piazza per controllare che l’eventuale uso della forza quando capita sia conforme alle norme internazionali. Devo dire che ho l’impressione che questa presenza abbia in qualche modo un potere tranquillizzante è molto forte”.