Il Consiglio dell’UE e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per vietare l’ingresso nel mercato unico europeo di prodotti realizzati con il lavoro forzato.
UE, raggiunto accordo contro il lavoro forzato
Nelle prime ore di martedì, 5 marzo 2024, il Parlamento e il Consiglio dell’UE hanno firmato un accordo provvisorio sulle norme che vieteranno l’importazione ed esportazione di prodotti derivanti dal lavoro forzato nel mercato unico dell’Unione.
L’accordo mira a porre fine al lavoro forzato, che è una forma moderna di schiavitù, che coinvolge oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, compresi i minori.
L’eurodeputata S&D e corelatrice, Maria Manuel Leitão-Marques, ha annunciato la sua soddisfazione per l’intesa raggiunta:
La prevalenza dei prodotti del lavoro forzato sul nostro mercato sta diventando sempre più evidente, in particolare con i prodotti realizzati con il lavoro forzato uiguro. Questo è inaccettabile. Non possiamo più chiudere un occhio su ciò che accade nelle nostre catene di fornitura. Ci battiamo per un’UE che non volti le spalle alle persone e alla loro dignità. È giunto il momento di porre fine a questa forma di schiavitù moderna.
Cosa prevede il nuovo regolamento
La nuova legge prevede un ricorso al lavoro forzato che sarà oggetto di indagine e, se confermato, i prodotti saranno ritirati dal mercato o verranno donati o distrutti. Tuttavia, se il lavoro forzato viene eliminato dalla catena di approvvigionamento, i prodotti potrebbero essere reintrodotti sul mercato.
I divieti sarebbero applicati ai beni fabbricati al di fuori dell’UE realizzati con lavoro forzato, così come ai prodotti fabbricati nell’UE con parti realizzate all’estero attraverso il lavoro forzato.
Si aspetta l’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. In seguito, gli Stati membri avranno un periodo di tre anni per l’applicazione delle nuove norme.