In parallelo alla sua carriera scientifica, Margherita Hack ha giocato un ruolo attivo nel panorama sociale e politico. Oltre a ricoprire la carica di presidente onoraria dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti dal 2002, e ad essere una militante dell’associazione radicale “Luca Coscioni”, a partire dal 2005 la professoressa ha intrapreso una diretta partecipazione nella politica.

Margherita Hack: pensiero e orientamento politico

Margherita Hack presentato la sua candidatura al Consiglio regionale della Lombardia con il Partito dei comunisti italiani. Sebbene abbia ottenuto 5.634 voti ed è stata eletta, ha rassegnato le dimissioni, cedendo il posto al primo dei non eletti, l’attore Bebo Storti. Una situazione simile si è ripetuta anche nelle elezioni politiche dell’anno successivo, dove, come capolista in più di un collegio elettorale per il PdCI, si è dimessa dopo essere stata eletta.

Nel 2009, la sua avventura politica è stata meno fortunata. Capolista alle elezioni europee per la Lista Comunista Anticapitalista (poi diventata la Federazione della sinistra), non è stata eletta poiché la lista non ha superato la soglia del 4% necessaria per ottenere un seggio a Strasburgo. Nel 2010, alle elezioni regionali, ancora nelle fila della FdS, la scienziata ha conquistato oltre 7.000 preferenze personali, dimettendosi ancora una volta dopo la prima seduta del Consiglio della Pisana.

Successivamente, ha abbandonato la sfera comunista, aderendo al partito Democrazia Atea e candidandosi come capolista alle elezioni di febbraio nella circoscrizione Veneto 2. La sua scelta ha suscitato polemiche a causa della presenza in lista di Marco Dimitri, fondatore dei Bambini di Satana. Tuttavia, il risultato modesto ottenuto ha contribuito a ridimensionare la vicenda.

Dopo aver sostenuto Nichi Vendola al primo turno delle primarie del centrosinistra per la premiership, Margherita Hack ha dato il suo appoggio a Matteo Renzi al ballottaggio. Nel mese di aprile scorso, ha aderito al comitato “Emma Bonino Presidente”, che promuoveva la candidatura della leader radicale per il Quirinale.

L’avversione per Silvio Berlusconi

È ben nota la sua avversione per l’attività politica di Silvio Berlusconi. Nel 2009, ha scritto una lettera molto critica al periodico MicroMega, concentrandosi sulle questioni giudiziarie dell’allora primo ministro. Recentemente, insieme a Dario Fo e Paolo Flores D’Arcais, ha promosso un appello affinché la Giunta per le elezioni del Senato dichiarasse ineleggibile Berlusconi.

Il suo nome è da tempo associato alla carica di senatore a vita. Nel 2011, fu MicroMega a lanciare una raccolta firme a tale scopo, e la sua candidatura è tornata in discussione dopo la scomparsa di Giulio Andreotti.