Oltre a brillare nel mondo della scienza, la grande astrofisica Margherita Hack ha ottenuto nella sua vita grandi successi anche dal punto di vista sportivo.
Margherita Hack, che sport praticava?
Durante gli anni del liceo e all’inizio dell’università, Margherita Hack si avvicinò al mondo dello sport, iniziando a praticare atletica leggera nel G.U.F. fiorentino, un movimento che coinvolgeva studenti delle varie facoltà della città e delle scuole superiori.
Il G.U.F. fiorentino ebbe un ruolo significativo nello sviluppo dell’attività femminile in campo atletico, colmando il vuoto lasciato dalla mancanza di una sezione femminile nella potente società Giglio Rosso, creata dal Marchese Ridolfi.
Margherita Hack si distinse come talentuosa saltatrice in lungo e in alto nei primi anni ’40, partecipando a gare per studenti organizzate dagli organi del P.N.F. Iniziò con il salto in alto, raggiungendo subito la quota di 1,30 metri con uno stile chiamato “all’americana”. Successivamente, su consiglio di Danilo “Piccio” Innocenti, astista olimpico a Berlino nel 1936, passò allo stile Horine. I suoi progressi furono evidenti, superando le misure di 1,45 e 1,50 metri, che all’epoca erano considerate di valore nazionale.
Margherita ammise di fare praticamente tutto da sola durante gli allenamenti. Si svegliava alle 7 del mattino per due giri di pista in souplesse, seguiti dai salti in lungo e in alto. Il suo allenatore la seguiva raramente in quella fase, poiché si alzava di solito alle dieci, e Margherita lo incontrava solo al termine dell’allenamento.
Nonostante la sua predilezione per i salti, a Margherita piaceva anche correre ed era abbastanza veloce, sebbene non velocissima. Aveva una notevole resistenza e correva regolarmente, anche durante gli studi. Dopo il matrimonio, il marito Aldo spesso la accompagnava, e insieme percorrevano anche tre chilometri. Margherita aveva un grande fiato e, in seguito, si rammaricò di non aver sperimentato gli 800 e i 1500 metri, le uniche distanze consentite per le donne all’epoca, anche se molte non superavano i due giri di pista.
La prima gara sportiva di Margherita Hack
Nel 1940, a Firenze, Margherita Hack partecipò ai campionati italiani assoluti femminili, segnando la sua prima presenza nella massima manifestazione nazionale. Nel salto in alto, ottenne la misura di 1,35 metri, mentre la vittoria andò a Ondina Valla (S.S. Parioli di Roma) con 1,50 metri. In quell’occasione, la Hack rappresentava il Comando Federale di Firenze.
I primi successi
Nel 1941, a Modena, ai campionati assoluti, si classificò settima nel salto in alto con 1,40 metri e nona nel salto in lungo con 4,70 metri. Ai Littoriali universitari, voluti dal gerarca Achille Starace, Margherita Hack si impose vincendo sia nel salto in alto che in lungo. A Pisa, nei campionati femminili di 1ª divisione, vinse il salto in lungo con la misura di 4,96 metri.
Nel 1942, ai Littoriali a Como, replicò il successo nel salto in alto, mentre ai campionati assoluti di Bologna si classificò terza con 1,45 metri. A Pisa, nei campionati femminili di 1ª divisione, vinse sia nel salto in alto con 1,50 metri che nel salto in lungo con 5,18 metri.
Nel 1943, durante la guerra, Margherita continuò a gareggiare ottenendo risultati significativi, come il secondo posto nel salto in alto a Lucca con 1,45 metri. A Firenze, il 18 luglio, vinse sia nel salto in alto (1,40 metri) che nel salto in lungo (4,63 metri).
Il 31 maggio 1944, la sezione femminile della Giglio Rosso venne affiliata alla Fidal. Nel periodo bellico, Margherita gareggiò fuori classifica ottenendo 1,40 metri nel salto in alto e 5,01 metri nel salto in lungo.
La guerra e la fine della sua carriera sportiva
La guerra vanificò i tentativi di organizzare il movimento femminile a Firenze. Dopo la guerra, Margherita Hack tentò di riprendere l’attività agonistica, ma la mancanza di opportunità pose fine alla sua carriera sportiva.
La passione per lo sport fu sempre presente, ma gli studi e la scelta della facoltà di fisica, guidati dal Prof. Giorgio Abetti e l’assistente Mario Girolamo Fracastoro, la condussero alla laurea in astrofisica nel 1945, con una tesi sulle Cefeidi, una classe di stelle variabili.