Un arbitro italiano guadagna 4.000 euro per ogni gara di Serie A e 2.000 euro per quelle di Serie B. Durante il primo anno in Serie A, un direttore di gara riceve anche 20.000 euro per i diritti d’immagine, un importo che cresce con il progredire delle partite (30.000 prima delle 50 partite, poi 60.000, fino a 90.000 per gli arbitri FIFA ed ex FIFA). Ma qual è il compenso per le gare di Champions League?
Quanto guadagna un arbitro per una partita di Champions?
Un arbitro per una partita di Champions guadagna tra i 1000 e i 9000 euro. La cifra dipende dalla categoria dell’arbitro (elite, sviluppo elite, primo, secondo e terzo livello) e dal prestigio della gara: una finale è retribuita diversamente rispetto ad un match del girone eliminatorio.
Un arbitro di élite riceve circa 9.000 euro per una partita di cartello di Champions. Questo importo è suddiviso in due parti:
- Un gettone di presenza.
- Una sorta di rimborso spese noto come “diaria”.
È interessante notare che l’arbitro riceve un compenso superiore rispetto ai suoi assistenti che partecipano alla stessa partita. I due assistenti, insieme a Var e Avar, guadagnano un terzo rispetto al primo ufficiale. La differenza è evidente: un direttore di gara è pagato sicuramente di più di entrambi gli assistenti e degli addetti Var e Avar messi insieme.
Questo divario di compensi potrebbe sembrare sorprendente. La ragione dietro a questa apparente sproporzione potrebbe essere il fatto che l’arbitro corre di più rispetto a un assistente (10/12 km contro forse 4/5)? Assolutamente no. O forse perché fisicamente è più in vista? Non è solo una frase fatta: le telecamere focalizzano sempre l’arbitro nei momenti cruciali o in situazioni dubbie, mentre gli assistenti spesso rimangono “all’ombra” delle riprese. In 90 minuti, i tifosi e gli appassionati conoscono perfettamente il volto dell’arbitro, e questo potrebbe influire sul suo riconoscimento in altre occasioni. Inoltre, se un arbitro commette un errore, i tifosi possono non perdonarglielo anche nelle partite successive in cui dirige la loro squadra del cuore, mentre gli assistenti sono meno spesso ricordati per eventuali errori.
Questa disuguaglianza nei compensi è giustificata dal fatto che un direttore di gara ha la responsabilità finale sul campo, prendendo decisioni in ogni fase della partita.